Cultura

Lula assegna altra terra agli indigeni. Proteste dei fazendeiros

Condanna dalla classe dirigente Roraima da sempre attratta dalla ricchezza delle terre dei nativi

di Redazione

Il presidente Luiz Inácio Lula da Silva ha firmato il decreto di omologazione ? ovvero l?assegnazione definitiva – della terra indigena Tabalascada, situata a 20 chilometri da Boa Vista capitale dello Stato amazzonico di Roraima, abitata da 456 nativi di etnia Wapichana.
Si tratta di un?area di 13.014 ettari di superficie delimitata dalla Fondazione nazionale dell?indio (Funai) già nel 1997. Secondo i registri, i Wapichana vivono in quella porzione di terreno, situata nella regione della Serra da Lua, da almeno tre secoli, anche se la nascita della comunità Tabalascada risalirebbe a un secolo fa: le famiglie che compongono la comunità prevedono una radicata presenza anche di donne indigene Macuxi sposate con uomini Wapichana.
Il Consiglio indigeno di Roraima ha espresso soddisfazione per la regolarizzazione della terra Tabascalada, provvedimento che giunge a pochi giorni da un?altra ?storica? omologazione, quella della terra indigena Raposa/Serra do Sol, attesa da oltre 26 anni – il processo di demarcazione era iniziato nel 1977 ? dagli oltre 15.700 indigeni Macuxi, Wapichana, Ingariko, Taurepang e Patamona che la abitano.
Come ci si attendeva, la decisione di Lula di firmare finalmente il decreto è stata accolta con toni di condanna dalla classe dirigente Roraima, che mantiene forti interessi con imprese minerarie, di legname e i latifondisti, da sempre attratti dalla ricchezza delle terre dei nativi e che già nel gennaio 2003 aveva scatenato una massiccia protesta sfocata in violenze e nel rapimento di tre missionari da parte di indigeni assoldati da ?fazendeiros? e coltivatori di riso. Migliaia di persone guidate dall?associazione dei commercianti ? 15.000 secondo la polizia militare – hanno invaso ieri il centro di Boa Vista protestando contro l?omologazione di Raposa e accusando il governo di non voler corrispondere alcun risarcimento ai coloni che dovranno entro un anno lasciare il territorio. Il coordinatore del Consiglio indigeno di Roraima, Marinaldo Trajano, ha ribadito che gli indios non sono contrari agli indennizzi per gli occupanti abusivi della loro terra, ma ricordano che molti di loro hanno arrecato gravissimi danni all?ecosistema di Raposa, inquinando fiumi, abbattendo vaste porzioni di foresta, danni incalcolabili che minacciano la stessa sopravvivenza dei nativi.

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