Non profit

«Ma chi lo dice che debbano esistere ovunque?»

Giacomo Stucchi, deputato della Lega

di Redazione

Le ronde non le ha certo inventate il decreto sicurezza. Almeno nel Nord d’Italia, esistono da dieci anni. Lo sa bene l’onorevole Giacomo Stucchi, segretario dell’ufficio di presidenza della Camera dei deputati in quota Lega Nord. Bergamasco di Verdello, è stato ribattezzato il leghista-stalinista per l’attenzione con cui cura l’organizzazione delle cellule territoriali del suo partito, che a molti ricorda quella del vecchio Pci.
Proprio dalle sezioni delle camicie verdi sono nate molte delle esperienze rondiste che hanno anticipato i contenuti del pacchetto sicurezza.
Vita: Se i volontari della sicurezza già esistevano, che bisogno c’era di una norma ad hoc?
Giacomo Stucchi: L’obiettivo è maggiore controllo sulle attività dei volontari. In altre parole diamo una possibilità di partecipazione ai cittadini che vogliono rendersi utili e, nello stesso momento, teniamo lontane le teste calde.
Vita: Perché, prima del decreto sicurezza erano in molti quelli che andavano fuori dalle righe?
Stucchi: Poteva capitare. Adesso abbiamo una garanzia in più che ciò non accada.
Vita: L’obiezione è che da una parte varate le ronde e dall’altra tagliate i fondi ai Comuni per pagare i vigili urbani?
Stucchi: Non vedo la relazione. Le ronde sono a costo zero, grazie all’attività dei volontari. Ma non solo.
Vita: Cosa intende?
Stucchi: Che non c’è scritto da nessuna parte che le ronde debbano essere attive 360 giorni all’anno. Io credo che debbano sorgere nel momento in cui in un determinato quartiere o paese ci sia un problema da superare.
Vita: Può fare qualche esempio?
Stucchi: La presenza di un campo rom abusivo. O di un’area di spaccio o di prostituzione. Se ad un certo momento queste situazioni vengono superate, come succede dopo uno sgombero, l’esistenza della ronda viene meno.

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