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Ma i volontari sanno anche gestire

Il futuro del volontariato. L'intervento del presidente dell’Anpas, Luigi Bulleri.

di Luigi Bulleri

L?analisi sulla ?crisi? e sulla diminuzione del volontariato in Italia deve essere approfondita. Bisogna sapere dove si registra e per quali motivi. Nelle pubbliche assistenze, ad esempio, non ha le dimensioni denunciate su Vita. Ci sono certo casi di associazioni locali in difficoltà, ma una recente indagine conferma la presenza, nelle 830 Pubbliche Assistenze, di circa 100.000 volontari, dato costante negli ultimi anni. All?ultimo meeting nazionale A.N.P.A.S. la maggioranza dei volontari in divisa erano giovani e ragazze. Grande parte dei circa 3.000 obiettori di coscienza che ogni anno prestano servizio civile nelle pubbliche assistenze dopo il congedo rimane come volontario. Buon segno. Vuol dire che hanno trovato non solo la cultura della solidarietà ma anche un luogo sano dove il rapporto tra i giovani è fuori dai rischi della società attuale ed improntato all?amicizia e all?amore. Se in altri volontariati non è così ci saranno motivazioni specifiche. Non più supplenti Una ragione generale esiste. Viviamo la globalizzazione del mondo dove la cultura della solidarietà non è vincente. Si diffonde sempre di più quella dell?individualismo egoistico, della competizione e sopraffazione. Nella mia esperienza più che di crisi di partecipazione vedo grandi difficoltà derivanti dalle trasformazioni economiche e sociali in atto, che modificano ed accrescono il ruolo del volontariato. Le Pubbliche Assistenze: sono nate nel Risorgimento per il reciproco aiuto, si sono trasformate poi in associazioni di assistenza pubblica che, mantenendo una impostazione della solidarietà politico-sociale per la conquista dei diritti, davano, nella misura del possibile, assistenza che leggi e potere pubblico non erogavano. Oggi non è più così. Le leggi dello Stato assicurano il diritto universale alla salute attraverso il S.S.N. e il diritto per tutti alla assistenza sociale tramite un sistema si servizi sociali sul territorio (L.328/00). Quindi il ruolo sostitutivo del volontariato deve scomparire. Per il mondo della solidarietà diviene primario (anche in presenza della crisi di rappresentanza dei partiti) l?impegno di difendere i diritti acquisiti, oggi messi in discussione. La presenza e l?iniziativa del volontariato deve dare un contributo fondamentale nel costruire il sistema dei servizi sociali nel territorio attraverso i piani di zona, la progettazione e anche la gestione degli stessi. Il volontariato, per esempio, è fondamentale nella protezione civile. Da Nocera Umbra al Kosovo e in tante altre situazioni. Chi, se non il volontariato per la sua diffusione sul territorio, può rivolgere, organizzare la prevenzione dai disastri, il recupero dell?ambiente? Per questo il volontariato deve essere preparato. I suoi dirigenti, i suoi operatori devono essere formati. La formazione è fondamentale oggi. è in questo ruolo il futuro e lo sviluppo del volontariato, che però non può essere solo, isolato, (scadrebbe inevitabilmente in un ruolo marginale, secondario). Per costruire il nuovo stato sociale, il volontariato ha necessità di un rapporto stretto con la cooperazione, con l?associazionismo, con l?impresa sociale, e quest?ultima deve essere appunto sociale, non ibridata da presenza e controllo al suo interno del profit (come prevedeva la proposta di legge della compagnia delle opere) e del resto l?impresa sociale ha bisogno della collaborazione con il volontariato per impedire una sua deriva economicistica negativa per la finalità dei servizi. Non ci deve essere concorrenza o sopraffazione. Occorre un progetto comune contro il quale ognuno svolge il proprio ruolo. E? una sfida, dobbiamo accettarlo. Questo accresciuto ruolo politico non significa che il volontariato deve uscire dai servizi che svolge. Separare le attività Ritorno alle Pubbliche Assistenze. Ho già detto della protezione civile. In Italia le pubbliche assistenze e le Misericordie svolgono, con i volontari ( integrati in qualche caso da lavoro retribuito ) oltre il 70% di tutto il trasporto sanitario. è una peculiarità nel mondo; è un servizio di grande qualità. Spesso, per la presenza di lavoro retribuito, la pubblica assistenza è anche impresa sociale. è una presenza che deve continuare. I volontari sull?ambulanza (che spesso sono parenti o amici del trasportato) sono fondamentali per la finalità umana del servizio. Quello che è necessario è separare le attività tipiche dell?impresa da quelle del volontariato, che rimangono principali.


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