Famiglia
Ma una famiglia da sola non ce la può fare
Affido /Una coopia racconta la sua esperienza
di Redazione
Un?esperienza di affido in un contesto non usuale, quella di Johnny Dotti, presidente del gruppo cooperativo Cgm, e di sua moglie Monica, medico geriatra. Vivono con Marta, Mirko ed Elia, in una comunità di famiglie chiamata Cascina Caselle, a Carrobbio degli Angeli in provincia di Bergamo. Abbiamo chiesto loro di raccontare questa esperienza di accoglienza. Hanno accettato a condizione di parlare insieme.
Vita: Da quanto tempo Mirko vive con voi?
Monica e Johnny: Dal febbraio 2004. Per noi è la prima esperienza di affido, dal punto di vista formale. Non è la prima esperienza di accoglienza di minori. Abbiamo accolto una mamma con bambino, un ragazzino di 14 anni, un ragazzo disabile?
Vita: Quali sono le difficoltà maggiori che avete incontrato?
Monica e Johnny: Quelle di natura organizzativa. Lavorando tutti e due e pur avendo un sacco di supporti – la comunità di famiglie in cui viviamo, la cooperativa – è faticoso comporre la vita familiare. Questa è la vera ragione per cui gli affidi non decollano. Si devono supportare maggiormente le famiglie. La variabile di un figlio in più non è una piccola variabile.
Vita: Vi siete sentiti sostenuti? Se sì, da chi?
Monica e Johnny: Ci sentiamo molto sostenuti. Questo affido è gestito dalla cooperativa sociale Afa, che fa parte del consorzio Cum sortis. Ha una rete di famiglie, cui spesso appoggia i soggetti in carico e alle quali offre un accompagnamento molto articolato. Dalla psicoterapia al sostegno formativo. Senza questo supporto non ce l?avremmo fatta, anche se vivendo in una comunità siamo in una condizione per certi aspetti privilegiata.
Vita: Cosa vi ha spinto a vivere questa esperienza?
Monica e Johnny: Venivamo da storie di ospitalità, un pezzo del nostro vivere si fonda su questa idea. Quando abbiamo preso in affido Mirko, che compie 13 anni, avevamo solo Marta, che oggi ha otto anni. Elia non era ancora nato. Ci sembrava ci fossero condizioni che rendevano possibile questo affido.
Vita: Come sta andando?
Monica e Johnny: Molto bene. I bambini reagiscono bene, con le gelosie e le difficoltà naturali. Come al solito le situazioni diventano più critiche quando noi adulti siamo più stanchi, meno disponibili?
Vita: Quali sono i risultati che non vi attendevate?
Monica e Johnny: Non ci attendevamo che l?inserimento avvenisse con tanta normalità e naturalezza. I miglioramenti di Mirko sono considerati notevoli da chi lo segue da tempo. Ed era un caso considerato molto difficile. Un risultato possibile grazie alla rete di sostegno e al contesto: la normalità è terapeutica. Noi lo viviamo come un nostro figlio, pur essendo consapevoli che l?affido ha un termine?
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