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Education & Scuola

Maestra, ma come nascono i formaggi?

Secondo una ricerca, otto bambini su dieci non hanno mai visto un orto, e due su dieci credono che la mucca sia solo un cartone animato.

di Carmen Morrone

Gli alunni della scuole elementari, medie e superiori all?azienda agricola Poggio Scillè di Caltagirone, di questi tempi fanno l?olio. All?azienda Trigna di Lamezia Terme preparano il pane, alla Cadutella di Fiumicino impastano il sapone che poi regaleranno a Natale, alla fattoria Faggioli di Cusercoli scoprono che la seta nasce dal baco. Queste sono solo alcune delle attività delle fattorie didattiche, aziende agricole che organizzano dei percorsi di educazione alimentare e ambientale rivolti alle scuole. Secondo una ricerca della Regione Veneto, il 30% dei bambini italiani non ha mai visto una pecora dal vivo, per due bambini su dieci la vacca è soltanto un colorato disegno sulla carta della cioccolata, e l?80% non ha mai visto un orto. I ragazzi oggi hanno un?idea sempre più vaga del percorso che fa il cibo prima di arrivare sulla tavola e non sanno che dietro non c?è solo l?industria agroalimentare ma anche la terre e coloro che la lavorano. Alla fine degli anni 90, dunque, si pensa di fare delle fattorie un luogo di educazione con lo scopo di ricreare una relazione tra produttori e consumatori con la mediazione del mondo della scuola per riscoprire il valore culturale ed ecologico dell?agricoltura e del mondo rurale. In Italia le fattorie didattiche sono 444, secondo il censimento dell?Osservatorio agroambientale di Forlì-Cesena. Quasi la metà sono aziende biologiche e l?Emilia Romagna è la regione in cui il fenomeno si è più sviluppato, seguita da Lombardia, Veneto, Trentino e Piemonte. Le fattorie didattiche nascono su iniziativa del singolo agricoltore in collaborazione con gli enti locali, ma esiste una rete di dieci organizzazioni, ciascuna con uno specifico progetto didattico. Sapere che la mela è il frutto di un albero, che il latte lo produce la mucca, è per i gli alunni una piacevole novità, che porta con sé anche importanti risvolti a tavola, in tempi in cui i bambini italiani sono a rischio di obesità. Esemplare è l?esperimento della Confederazione italiana agricoltori. «In questo periodo portiamo a scuola le arance che facciamo spremere agli stessi alunni», racconta Pina Eramo, responsabile del progetto Scuola in fattoria, «i bambini si divertono e abbiamo notato che preferiscono la spremuta alle solite merendine». Ma come fa una scuola a scegliere la fattoria didattica di qualità? «Le organizzazioni hanno definito la Carta delle qualità delle fattorie didattiche che stabilisce requisiti e impegni per l?accreditamento», spiega Tiziana Nasolini del Gruppo Fattorie didattiche. «Da qui si formano poi degli elenchi a livello locale e delle vere guide aggiornate ogni anno». Info: Fattorie didattiche: tel. 0547.380637 www.osservatorioagroambientale.org Cia – Confeder. ital. agricoltori: tel.06.326871; www.cia.it Scuole ecologia all?aperto: tel. 0547.23018 www.scuolacreativa.it


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