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Margo, sfida ai mostri della guerra

Ha solo 13 anni, ha dovuto lasciare con la mamma la sua casa di Kiev. È emigrata con lo zainetto pieno di taccuini, matite e penne per poter coltivare sempre e comunque la sua passione. Ora presenta i suoi lavori, di una forza sorprendente, in una mostra personale

di Giuseppe Frangi e Riccardo Bonacina

È giovane, molto giovane, ma ha una mano che appena si appoggia sulla carta coglie ogni volta sorprendentemente nel segno. Lei è Margo (il nome completo è Marharyta Havrylovska), ha 13 anni ed è nata a Kiev. Mamma e papà sono dei creativi, architetti entrambi, la mamma con una passione per la chitarra e la musica rock, il papà invece vignettista e illustratore. In casa dipingeva ovunque, e i muri si popolavano di fiori, omuncoli e animali. Anche il pavimento, i mobili e persino l’impianto idraulico erano superfici buone da riempire con le sue invenzioni.

Dal 24 febbraio scorso però la vita di Margot come quella di milioni di ucraini è cambiata, ma non è cambiata la sua vocazione. Prima nel bunker di Kiev, poi in viaggio verso l’Italia, infine nella casa di Milano dove ha trovato rifugio, non ha mai smesso di lavorare con le sue matite, le penne, le biro: lo zainetto che ha portato con sé era in gran parte occupato dagli strumenti per poter disegnare.

Quello che è cambiato per Margo, purtroppo, sono i soggetti che in questi mesi hanno riempito i suoi taccuini. Cos’è la guerra vista attraverso l’immaginazione di una ragazzina che, se pur mostra una maturità e una sicurezza sorprendenti per la sua età, ha solo 13 anni? Non è una rappresentazione realistica di scene di distruzione viste magari attraverso i media o ascoltate attraverso tanti racconti. È una rappresentazione metaforica, e in questo ancora più inquietante e tagliente. È come un mostro che prende mille diverse forme sulla carta, drammatiche e a volte anche grottesche, sul modello del genio di Goya, quando si era deciso a raccontare per immagini, pure lui sulla carta, “I disastri della guerra”.

La guerra per Margo è uno scenario di fantasmi, siano i fantasmi che invadono la mente degli uomini che hanno assalito il suo paese; siano quelli a cui sono invece drammaticamente ridotti coloro che sono vittime della guerra. Nei primi prevale l’aspetto mostruoso; negli altri quello dolorosamente scheletrico, di vite ridotte all’osso. Con i suoi disegni, ai quali ha aggiunto una serie di opere a colori realizzate al computer con pennelli elettronici, Margo vuole sfidare questi mostri che hanno occupato la sua vita ma non hanno tolto forza alla sua creatività. Va proprio in questa direzione il titolo della mostra personale aperta da oggi al 21 dicembre a Milano, allo spazio Looking for Art (via Romolo Gessi, 28): “Sfidando i mostri. Il diario di guerra di Margo”.

È una mostra che documenta inevitabilmente la paura che la guerra proietta sulla vita di una ragazzina, ma che testimonia anche qualcos’altro: disegnare e dipingere per Margo è un’esperienza di libertà; un’esperienza quasi catartica, grazie alla quale può esprimere e tener vivo il suo grande desiderio di vita.

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