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Mass media killer

Le notizie di cui non bisognerebbe parlare / È possibile che suicìdi e delitti aumentano considerevolmente dopo la divulgazione sui giornali di fatti analoghi?

di Riccardo Bonacina

È possibile che suicìdi e delitti aumentano considerevolmente dopo la divulgazione sui giornali di fatti analoghi? Sembra proprio di sì. Per quanto riguarda il suicidio, questa relazione emerge da uno studio del sociologo prof. Riaz Iassan, dell?università di Flienders (Australia). Il ricercatore ha analizzato circa 20 mila casi di suicidio, avvenuti tra il 1981 e 1990. Il risultato è stato sorprendente: ?La media quotidiana dei suicidi sale di circa il 10 per cento nei due giorni successivi alla comparsa della notizia di suicidi sui principali quotidiani?. E non c?è neppure da stupirsi troppo, altri lavori confermano tutto ciò. È risaputo, infatti, tra gli addetti ai lavori (pubblicitari, psicologi sociali, ecc…), che il linguaggio evocativo ha un grande potere nello spingere a comportamenti nuovi. L?eventuale scetticismo di qualche sprovveduto lettore, sulla forza suggestiva di questa particolarissima strategia persuasiva, è messo a dura prova dalla formulazione, da parte del sociologo David Phillips, dell?«effetto Werther» (1994, 1979, 1980). Giorgio Nardone e Paul Watzlawick spiegano che ?il lavoro di ricerca di Phillips segue le tracce dell?«effetto Werther» nei tempi moderni. La sua ricerca dimostra che, subito dopo un suicidio da prima pagina, aumenta vertiginosamente la frequenza di suicidi nelle zone dove il fatto ha avuto grande risonanza. Nelle statistiche relative ai suicidi negli Stati Uniti dal 1947 al 1968, nei due mesi successivi a un suicidio da prima pagina, in media si sono avuti 58 suicidi in più del normale andamento?. (?L?arte del cambiamento?, Ponte alle Grazie, 1990) Lo psichiatra e psicologo sperimentale H. J. Eysenck del London University of Psychiatry, ritenuto uno dei principali esponenti della moderna psicologia comportamentale, riconsiderando il lavoro del sociologo, afferma: ?Phillips (1978) ha indagato sull?effetto di diciotto delitti molto pubblicizzati negli Stati Uniti. Dopo i resoconti dei giornali relativi a questi delitti c?è stata una tendenza significativa all?aumento degli incidenti di aerei (privati), con un massimo tre giorni dopo il primo servizio giornalistico?. Eysenck sottolinea che: È stata, inoltre, rilevata una correlazione statisticamente significativa tra l?entità della pubblicità fatta alla storia del delitto e il numero degli incidenti accaduti successivamente?. Diverse e rigorose procedure di controllo applicate allo studio del sociologo portano a concludere che, anche nel caso degli incidenti aerei, ?la pubblicità attraverso i giornali probabilmente provocava una certa quantità di suicidi mascherati da incidenti aerei?. Dopo questi fatti è con grande sdegno che si commenta l?eccessiva ridondanza con cui i massi media descrivono fatti efferati e tragedie varie. Papa Wojtyla, in occasione della Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali 1994, nel suo messaggio del 24 gennaio su «Televisione e famiglia: criteri per sane abitudini nel vedere» tra l?altro, sottolineò che ?La televisione può anche danneggiare la vita familiare: diffondendo valori e modelli di comportamento falsati e degradanti, mandando in onda pornografia e immagini di brutale violenza; inculcando il relativismo morale e lo scetticismo religioso; diffondendo resoconti distorti o informazioni manipolate sui fatti ed i problemi di attualità, trasmettendo pubblicità profittatrice, affidata ai più bassi istinti; esaltando false visioni della vita che ostacolano l?attuazione del reciproco rispetto, della giustizia e della pace?. Charles S. Clark in ?La violenza in tv? scrive ?Grazie alla televisione, un bambino americano assiste in media a 8 mila omicidi e a 100 mila atti di violenza prima di aver terminato le scuole elementari?. C?è anche da sottolineare che la gente è stanca delle notizie truculenti che i mass media ogni giorno ci propinano. Fattacci che determinano nelle persone uno stato di disagio continuo, di paura di tutto, di sfiducia totale nei confronti degli altri. E ci si barrica in casa col terrore di un mondo di mostri. E non è affatto così. la realtà non è fatta solo di omicidi, stupri ed altri orrori vari, eppure sono queste scelleratezze che più frequentemente occupano gli spazi dei giornali. Indigna e preoccupa il fatto che i mass media diano tanto generoso spazio ai fatti più orripilanti della nostra società dimenticando tutte le buone azioni che si compiono nel mondo. Grazie dell?ospitalità e del buon giornale che fate.

Michele Cosco Reggio Calabria

Risponde R. Bonacina: Michele Cosco non è solo un lettore di Vita ma è autore di interessantissimi saggi sull?ipnosi e la grafologia. Lo ringraziamo per una lettera che è un contributo alla riflessione nostra e di tutti i nostri colleghi.

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