Mondo
Maternità e migrazione, una storia che non viene raccontata
“A Casa” è una graphic novel sulla vita di Mona, profuga siriana approdata ad Atene, dove scopre di essere incinta, e Monika, ostetrica. L’idea del libro nasce dal progetto Eu Border Care, una ricerca etnografica realizzata da un'équipe di studiose dirette da Vanessa Grotti, antropologa sociale dell’Università di Bologna, nei principali snodi dei flussi migratori. Lo studio analizza e confronta le politiche di assistenza alla maternità tra i migranti privi di documenti nelle periferie dell’Europa. «Le donne incinte senza documenti sono un fenomeno in crescita», dice Grotti. «Eppure pochi studi di scienze sociali o di salute pubblica si occupano dell'assistenza alla maternità delle donne migranti nell’Unione Europea»
di Anna Spena
“A Casa” è una graphic novel, scritta e disegnata dall’autrice francese Sandrine Martin (pubblicata in Italia da Tunuè), che racconta la vita di due donne: Mona, profuga siriana approdata ad Atene, dove scopre di essere incinta, e Monika, ostetrica che lavora nel centro di accoglienza a cui si è rivolta la donna siriana.
La narrazione si sviluppa per tutta la durata della gravidanza di Mona, iniziando ad Atene, dove lei e suo marito sono approdati dopo essere fuggiti dalla Siria in guerra, e finendo a Berlino, meta del loro viaggio, dove raggiungeranno la sorella di Mona.
Il fumetto nasce dal progetto Eu Border Care condotto nell’arco di sei anni da un'équipe di studiose dirette da Vanessa Grotti, antropologa sociale dell’Università di Bologna, nei principali snodi di flussi migratori. «Atene, Melilla, Lampedusa, la Guyana Francese e l’isola Mayotte», spiega Grotti. «Lo studio analizza e confronta le politiche di assistenza alla maternità tra i migranti privi di documenti nelle periferie dell’Europa».
Com’è nata la ricerca?
Da un lavoro etnografico sul campo “EU Border Care” nei reparti di maternità situati in Guiana francese e Mayotte (Francia d'oltremare), Attica (Grecia), Sicilia (Italia), e Ceuta e Melilla (Spagna).
Ee Border Care traccia le reti di fornitura di assistenza alla maternità nelle periferie che affrontano un aumento dei flussi migratori e sono caratterizzate da un sottoinvestimento sociale ed economico strutturale. Il nostro team indaga la maternità migrante da tre prospettive di ricerca interconnesse: donne migranti, personale sanitario e agenzie istituzionali regionali. Ee Border Care è anche uno studio comparativo delle politiche di assistenza alla maternità tra i migranti senza documenti nelle periferie dell’Unione Europea. A differenza di altre categorie di migranti le donne incinte senza documenti sono un fenomeno in crescita, eppure pochi studi di scienze sociali o di salute pubblica si occupano dell'assistenza alla maternità delle migranti nell’Unione Europea. Questo argomento ha implicazioni urgenti: mentre i recenti eventi geopolitici in Nord Africa e in Medio Oriente hanno innescato un aumento quantificabile di donne incinte che entrano nell'Ue in situazione irregolare, gli scarsi indicatori di salute materna tra queste donne rappresentano sfide etiche e mediche a cui i servizi di maternità in prima linea situati nelle zone di confine devono rispondere, spesso con poca preparazione o supporto da parte delle autorità centrali nazionali ed europee. Il nostro obiettivo è quello di affrontare questioni più ampie sulla governance della salute e l'equità, l'identità e l'appartenenza, la cittadinanza e la sovranità, e l'umanitarismo e l'universalismo in Europa oggi.
Come si è trasformata in un libro?
A Casa è un fumetto molto particolare. Non soltanto perché si tratta di una storia disegnata e raccontata con talento, ma anche perché i suoi scenari hanno un corrispettivo nel mondo reale. A casa, che nasce dalla ricerca entnografica, si concentra su una situaiozne specifica: quella greca. Si ispira alle sfide concrete che le donne siriane e le loro famiglie, in fuga dalla guerra per cercare asilo in Europa, si sono viste costrette ad affrontare. La genesi dell’opera ha avuto inizio durante l’estate del 2016, quando, in seguito a un concorso, il mio progetto è stato selezionato dall’iniziativa di diffusione scientifica “ERCcOMICS”, che offriva ai borsisti del Consiglio Europeo della Ricerca la possibilità di trasformare alcune loro ricerche in webcomic. Dopo un appassionante periodo di incubazione fatto di conversazioni Skype, email e comitati di pilotaggio in Grecia, Sandrine ha deciso di dedicare il suo fumetto alle rifugiate siriane di Atene. Il suo lavoro si è avvalso di una stretta collaborazione con una delle mie ricercatrici post-dottorali, Cynthia Malakasis, durante un soggiorno di quindici mesi ad Atene per lo svolgimento di ricerche etnografiche sul campo.
Cosa non vediamo della maternità nei contesti di frontiera?
Non è possibile dare una risposta unica. Ogni contesto è caratterizzato da una forte specificità. Quello che succede con le donne siriane in Grecia, per esempio, è molto diverso rispetto a quello che succede alle donne che arrivano dall’Africa. E quindi anche le gravidanze o l’esperienza dalla gravidanza è diversa. Nel 99% dei casi le gravidanze non sono pianificate, vengono accolte positivamente dalle donne siriane ma sono comunque molto difficili da gestire. Diversa è la condizione di chi arriva dal Mediterraneo Centrale, dove nella maggior parte dei casi le gravidanze sono il risultato di una violenza subita durante il percorso migratorio.
Cosa significa essere incinta e migrante?
Da un lato a prevalere c’è una forte preoccupazione: le donne non hanno accesso ad una alimentazione sana, per loro è più difficile fare i controlli sanitari. Tutto questo si traduce in un senso frustrazione e paura del futuro dei loro figli. Da “esterni”, da “occidentali”, c’è sempre l’idea che queste donne non abbiamo niente. Ma basti pensare alle rifugiate siriane: hanno dottorati, master, hanno fatto carriere di altissimo livello, sono laureate – come la protagonista del libro – e arrivano in un contesto dove percepiscono come vengono trattate: come se fossero meno intelligenti, incapaci, senza consapevolezza del loro corpo e del loro ciclo riproduttivo.
A Casa edito da Tunué, pp. 208, colori, cartonato,Euro 17,50
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Cara lettrice, caro lettore: il 25 e 26 ottobre alla Fabbrica del Vapore di Milano, VITA festeggerà i suoi primi 30 anni con il titolo “E noi come vivremo?”. Un evento aperto a tutti, non per celebrare l’anniversario, ma per tracciare insieme a voi e ai tanti amici che parteciperanno nuovi futuri possibili.