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Mendini, il design a misura di vita

di Redazione

Alessandro Mendini ha quasi 80 anni ma è ancora un “giovane ” designer. Con spirito poco formale ha allestito il terzo Museo del Design alla Triennale di Milano. Bellissimo sin dal titolo: «Le cose che siamo». 800 oggetti allineati, senza preoccuparsi di affiancare oggetti anonimi a quelli griffati. Le ragioni di questo museo così poco ingessato sono in questi pensieri di Mendini.

Ero in vacanza la scorsa estate, mi hanno fatto la proposta di allestire il Museo e ho accettato. Ma poi mi sono ritrovato senza strumenti di lavoro. Avevo accanto a me sul tavolo soltanto pochi oggetti, un libro e un flacone di medicine. Ed è stato così che ho pensato che ognuno di noi si muove in fondo con un suo piccolo museo personale fatto di oggetti che gli trasmettono sensazioni e memorie. Così mi è venuto in mente di proporre una scelta di cose più che di oggetti di design, di frammenti di vita e di esperienza che ci stanno vicino quotidianamente. Ad esempio ho scelto quel sedile perché, per molti di noi, il vaporetto fa parte della nostra esperienza veneziana, ed è quindi qualcosa che va ben oltre il design come viene abitualmente inteso. Allo stesso modo, invece della solita bella lampada di Castiglioni ho preferito esporre un suo strumento di lavoro, un oggetto per lui sicuramente di grande affezione. Ho messo al centro questo piccolo universo, sempre diverso e sempre in mutazione. Gli oggetti cattivi sono solo quelli che circondano le cattive persone. Come una macchina di grossa cilindrata, un Suv, o uno yacht a Portofino.

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