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Famiglia & Minori

Mettiamo al centro le identità di luogo

Una questione cruciale che sottostà qualsiasi riflessione sulla csr: se l’impresa acquisisce sempre più una natura di soggetto extraterritoriale, che ne è dei suoi obblighi sociali?

di Aldo Bonomi

C?è una questione cruciale che sottostà qualsiasi riflessione sulla csr: se l?impresa, come accade da anni, acquisisce sempre più una natura di soggetto extraterritoriale, che ne è dei suoi obblighi sociali? A fronte della libertà di movimento del capitale, infatti, spesso per chi resta legato al territorio non rimane che riparare i danni e leccarsi le ferite. L?economia dei flussi finanziari, delle imprese transnazionali, o delle grandi reti di trasporto si confronta oggi con la coscienza e le identità di luogo più che di classe, ed è proprio a questo livello che può ricollocarsi una visione e una pratica della responsabilità sociale del fare impresa all?altezza della sfida.

Questa è una prassi percorribile, al di fuori dei sentieri della retorica, a un patto: che, soprattutto nel caso italiano, la cultura della responsabilità sociale esca da una condizione spesso ridotta ad orpello di pratiche orientate in tutt?altra direzione. In questo senso il proliferare dello strumento del bilancio sociale spesso riduce questo strumento ad un puro adempimento. Credo che sia necessario, invece, un profondo ripensamento da giocare in direzione di una apertura a quella coscienza di luogo che oggi rappresenta il reale interlocutore.

Quello italiano è un capitalismo di territorio, è un modello che tenta di trovare soluzioni in grado di coniugare le lunghe derive antropologiche di una cultura d?impresa legata al territorio con la simultaneità della globalizzazione. È dentro le difficoltà e le peculiarità di questo modello, forse più adatto di altri ad interpretare le domande degli stakeholder di un territorio, che il tema della responsabilità sociale può essere giocato in termini nuovi.


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