Non profit

Mettiamoci in gioco chiede un’impegno concreto alla politica

Presentata dalla campagna contro il Gap, alla Camera, una piattaforma che individua le priorità su cui lavorare

di Redazione

Il tempo è scaduto, occorre approvare al più presto una legge che regolamenti realmente e in modo rigoroso la diffusione del gioco d'azzardo nel nostro paese. È questo il messaggio che arriva dall'incontro promosso a Roma da “Mettiamoci in gioco”, campagna nazionale contro i rischi del gioco d’azzardo e dal cartello Insieme contro l'azzardo a cui hanno partecipato numerosi parlamentari di vari schieramenti e diversi esponenti degli enti locali.

Per l’occasione è stata presentata una piattafroma no slot alla Camera. Una richiesta di impegno suddivisa per punti e firmata da diverse associazioni che lottano contro le patologie da gioco d'azzardo come Acli, Adusbef, Alea, Conagga, Arci, Auser, Uisp, Federconsumatori, sindacati, Gruppo Abele

Il convegno ha visto al tavolo dei relatori Matteo Iori del Conagga, don Arnaldo Zoppellini portavoce della campagna, Massimo Fiasco dei Alea e diversi parlamentari. Tra loro,  per il Movimento 5 Stelle sono intervenuti Giovanni Endrizzi, parlamentare al Senato e Massimo Baroni deputato alla Camera. "La piaga della diffusione del gioco d'azzardo va combattuta senza esitazioni – ha esortato Endrizzi – su ogni fronte. Ci troviamo di fronte ad una lobby molto potente. Da una parte è necessario che i Sindaci non siano lasciati soli, ma siano veramente aiutati con una nuova normativa nazionale restrittiva su slot, videolottery, che stringa le maglie d'azione e non costringa i sindaci ad essere loro a dover combattere la battaglia o prendersi ogni responsabilità. Anche perchè ci potremmo trovare di fronte anche a sindaci che magari invece il gioco d'azzardo lo vogliono favorire e in questo caso a pagarne i costi economici e sanitari-sociali saranno sempre tutti. Non si tratta di proibizionismo si tratta di buonsenso".

Qui i principali punti della piattaforma presentata.

Definizione di gioco d’azzardo
La presente legge ha per oggetto interventi normativi in materia di gioco d'azzardo e della patologia che da questo può derivare. Si intendono come giochi d’azzardo tutti i giochi con vincite in denaro in qualche modo disciplinati dagli ex Monopoli di Stato; e si intende per la patologia il “gioco d’azzardo patologico” (GAP), definizione riconosciuta a livello internazionale anche dall’Organizzazione Mondiale della Sanità e che specifica come la patologia sia legata all’azzardo e non ad una forma di gioco in sé. Lo stesso DSM IV e il DSM V (maggio 2013), manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali, riconosciuto a livello internazionale, definisce espressamente la patologia come “GAP”, mentre la parola “ludopatia” è un’eccezione solo italiana senza alcuna base scientifica; per ribadire con chiarezza il termine esatto occorrerà sostituire da tutti i prossimi documenti legislativi e istituzionali il termine “ludopatia” (che richiama ad una patologia del gioco ma senza nominare l’azzardo) con il termine ben più proprio: “gioco d’azzardo patologico”.

Divieto di introdurre nuovi giochi con vincite in denaro
A decorrere dall’entrata in vigore della presente legge e per un periodo di cinque anni è vietata l’introduzione di nuove tipologie di giochi e scommesse con vincita in denaro.

Livelli Essenziali di Assistenza e Servizi di riferimento
Si indica in due mesi il periodo entro il quale sia completato il percorso, di concerto con le Commissioni Ministeriali interessate e la Conferenza Stato Regioni, che prevede l’inserimento del Gioco d’Azzardo Patologico all’interno dei Livelli Essenziali di Assistenza per garantire a tutti i cittadini pari opportunità di cura, pari opportunità di benefici di legge (es. affidamento in prova ai Servizi Sociali) e pari opportunità fiscali, rispetto alla dipendenza da gioco. I servizi a cui sarà affidato il compito di prevenzione cura e riabilitazione sono individuati nei Servizi per le Dipendenze, che parimenti con le altre forme di dipendenza già riconosciute dai LEA dovranno promuovere interventi ambulatoriali, residenziali e informativi. Le spese previste per l’inserimento del GAP nei LEA saranno copere dal fondo previsto dal successivo articolo 5.

Misure di tutela per i minorenni
Entro quattro mesi per l’adeguamento degli apparecchi, l’accesso al gioco viene previsto esclusivamente tramite tessera elettronica. Da subito, a prescindere dal tipo di gioco d’azzardo e dall’utilizzo o meno di apparecchiature elettroniche o di tagliandi o altro, tutte le forme di gioco sono subordinate alla presentazione della tessera sanitaria. In caso di controlli che verifichino il gioco a minori viene commiata un’immediata sanzione amministrativa pecuniaria da 6.000 a 10.000 euro. Nel caso di reiterazione delle violazioni stesse, si applica la sanzione amministrativa accessoria della sospensione temporanea dell'esercizio dell'attività da 10 a 60 giorni. Il Ministero degli Affari Sociali di concerto con il Ministero della Salute e dell’Istruzione pubblica e con i rappresentanti delle regioni, produrranno entro un anno dall’entrata in vigore della presente legge, un documento con le linee-guida a sostegno della attivazione di corsi di aggiornamento per gli insegnanti con funzione di docenti referenti per la salute, al fine di avviare iniziative di prevenzione dal gioco d’azzardo patologico nelle scuole dell’obbligo.

Pubblicità
La comunicazione commerciale relativa a tali giochi non deve: incoraggiare il gioco eccessivo o incontrollato; negare che il gioco possa comportare dei rischi; presentare e suggerire che il gioco sia un modo per risolvere problemi finanziari o personali, o costituisca una fonte di guadagno o di sostentamento alternativa al lavoro, piuttosto che una semplice forma di intrattenimento e di divertimento; indurre a ritenere che l’esperienza, la competenza o l’abilità del giocatore permetta di ridurre o eliminare l’incertezza della vincita o consenta di vincere sistematicamente; rivolgersi o fare riferimento, anche indiretto, ai minori, e rappresentare questi ultimi – o soggetti che appaiano evidentemente tali – intenti al gioco; utilizzare segni, disegni, personaggi e persone, direttamente e primariamente legati ai minori, che possano generare un diretto interesse su di loro; indurre a ritenere che il gioco contribuisca ad accrescere la propria autostima, considerazione sociale e successo interpersonale; rappresentare l’astensione dal gioco come un valore negativo; indurre a confondere la facilità del gioco con la facilità della vincita; fare riferimento a servizi di credito al consumo immediatamente utilizzabili ai fini del gioco. La comunicazione commerciale deve evitare ogni forma di sfruttamento della superstizione e della “credulità” (ciò che più propriamente può essere definibile come “distorsioni cognitive”, “pensieri cognitivi erronei” e “pensiero magico”) . Tutte le comunicazioni commerciali dei giochi con vincita in denaro devono contenere una chiara e precisa avvertenza che il gioco è vietato ai minori di 18 anni e dovranno evitare messaggi emozionali che stimolino l'uso di tabacco e/o alcol. Sono inoltre vietate le pubblicità sui giochi d’azzardo in fasce orarie protette, sui mezzi pubblici, ed esposte o affisse o diffuse a meno di 300 metri da luoghi sensibili frequentati dai minori (istituti scolastici, oratori, centri giovani, ecc.). Sono vietati i banner (su applicazioni o siti on line) che promuovano il gioco d’azzardo salvo che il fruitore non dichiari prima espressamente la sua maggiore età.

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