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Migrazioni: si apre summit euro-africano a Rabat

Una trentina di paesi riuniti per affrontare l'emergenza migrazioni africane verso l'Europa

di Redazione

Lanciare un dialogo fra paesi europei e africani per affrontare il problema dell’immigrazione in modo globale, tenendo conto dei problemi dei paesi di provenienza, transito e destinazione, degli emigranti: e’ questo l’obiettivo della prima Conferenza ministeriale euro-africana sulle migrazioni e sullo sviluppo apertasi oggi nella capitale marocchina. All’incontro partecipano 30 paesi europei – per l’Italia il vice ministro degli Esteri, Ugo Intini – 28 paesi africani, l’Unione del Magreb arabo (senza l’Algeria) e la presidenza dell’Unione africana e la Commissione europea, che ha inviato a Rabat due dei suoi commissari: Benita Ferrero-Waldner, responsabile dei rapporti esteri e della politica di vicinanza, e Franco Frattini vice presidente dell’Esecutivo Ue.

L’obiettivo dell’incontro di Rabat, convocato da Marocco, Spagna e Francia, dopo la drammatica crisi scatenata l’anno scorso dalla presa di assalto nell’enclave spagnolo di Melilla, consiste nell’affrontare la gestione del fenomeno migratorio con un approccio regionale che vada al di la delle semplici richieste si sicurezza sulle frontiere dell’Unione. La stessa Ferrero-Waldner, incontrando la stampa prima della riunione, ha sottolineato che al di la’ delle misure rituali per affrontare emergenze specifiche – come i 2,45 milioni di euro di aiuti Ue alla Mauritania per frenare il nuovo afflusso di clandestini subsahariani verso le Canarie – e’ necessario ”prendere atto del rapporto fra immigrazione e sviluppo” nonche’ della ”necessita’ di rispettare i diritti umani” dei clandestini, che ha definito ”vittime delle reti di trafficanti di esseri umani”.

La Conferenza di Rabat si rivolge ai paesi africani che rappresentano il punto di partenza per oltre il 50% dei clandestini che cercano di arrivare in Europa attraverso il Mediterraneo, anche se – come sottolineato dal vice ministro Intini – la rotta occidentale che dal Marocco porta verso le Canarie e la Spagna meridionale, rappresenta solo uno degli assi del flusso migratorio, per cui non si esclude la possibilita’ di un secondo incontro interregionale piu’ concentrato sulla rotta che dal Sael e il Corno d’Africa, attraverso la Libia punta verso le coste italiane.

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