Fisco

Ministro Giorgetti, il Governo intende salvaguardare il 5 per mille?

Le deputate Silvia Roggiani del Partito Democratico e Maria Chiara Gadda di Italia Viva hanno presentato due interrogazioni parlamentari al responsabile del dicastero dell’Economia e delle Finanze per chiedere quali interventi intenda mettere in campo per salvaguardare ed evitare lo svuotamento del 5 per mille

di Stefano Arduini

La deputata del Partito Democratico Silvia Roggiani e la sua collega di Italia Viva Maria Chiara Gadda hanno presentato due interrogazioni parlamentari (la prima a risposta immediata in Commissione, la seconda a risposta scritta) per chiedere al ministro dell’Economia e delle Finanze Giancarlo Giorgetti come intenda operare per evitare lo svuotamento del 5 per mille.  I due atti arrivano dopo l’allarme lanciato da VITA sulla base delle prime elaborazione sui dati del 5 per mille 2024 recentemente resi noti da VITA.

Si chiede Roggiani: «…a fronte dell’aumento progressivo delle scelte da parte dei cittadini, il tetto di spesa fissato dalla normativa vigente è rimasto invariato a 525 milioni di euro, con la conseguenza che una parte delle somme destinate dai contribuenti non viene effettivamente trasferita agli enti beneficiari; nel solo anno 2023, secondo dati pubblici, circa 28 milioni di euro destinati attraverso il 5 per mille non sono stati erogati per effetto del limite di spesa imposto; diverse organizzazioni rappresentative del Terzo Settore hanno richiesto l’eliminazione del tetto o, quantomeno, un meccanismo automatico di adeguamento sulla base delle scelte dei contribuenti; sulla stampa specializzata è recentemente emersa l’ipotesi di una possibile riduzione della quota dal 5 per mille al 4,5 per mille, senza che siano giunte smentite ufficiali da parte del Governo:  quali orientamenti intenda assumere il Ministero in merito all’eventuale rimodulazione della quota del 5 per mille e se non ritenga opportuno introdurre un meccanismo di adeguamento automatico del tetto di spesa alle scelte effettive dei contribuenti, al fine di garantire piena coerenza tra volontà espressa e risorse effettivamente destinate». 

Qui invece i passaggi più significativi dell’interrogazione presentata da Gadda: «Secondo i dati pubblicati dall’Agenzia delle entrate, in riferimento alle dichiarazioni dei redditi presentate nel 2024 indicano un ulteriore incremento delle scelte del 5 per mille, che hanno quasi raggiunto la soglia record di 18 milioni di firme (per l’esattezza 17.964.126), un dato che conferma la crescente adesione da parte dei contribuenti e che riflette la fiducia nel ruolo sussidiario esercitato dagli enti beneficiari, in risposta ai crescenti bisogni sociali, sanitari, educativi e culturali dei territori; secondo stime attendibili, i contribuenti con il 5 per mille del 2024 dovrebbero avere destinato circa 574 milioni di euro, con un’eccedenza di 49 milioni di euro rispetto al tetto di spesa fissato (che resta invariato a 525 milioni di euro), determinando un mancato trasferimento di risorse ancora più ampio rispetto all’anno precedente (28 milioni di euro); si tratta, in sostanza, di una quota rilevante di fondi liberamente destinati dai cittadini – e formalmente acquisiti dallo Stato tramite il meccanismo del 5 per mille – che non viene redistribuita agli enti del terzo settore nonostante l’esplicita volontà espressa dai contribuenti, con un impatto concreto negativo su organizzazioni (e comuni) che svolgono attività di interesse generale nel campo del volontariato, della salute, della ricerca, dell’assistenza, dello sport e della cultura; a giudizio dell’interrogante, questa dinamica non solo svilisce il principio della libertà di scelta del contribuente, ma rappresenta anche una forma indiretta di «prelievo forzoso» a danno degli enti beneficiari, tanto più grave in un contesto di crescente domanda sociale e contrazione dell’offerta pubblica di servizi:

  • a quanto ammonti effettivamente il 5 per mille 2024 destinato dai contribuenti e di quanto superi i 525 milioni di euro previsti dal tetto;
  • se e con quali misure il Governo intenda porre rimedio a questa distorsione del meccanismo di allocazione delle risorse, prevedendo un adeguamento strutturale del tetto di spesa, al fine di garantire che tutte le somme liberamente destinate dai cittadini siano pienamente riconosciute agli enti destinatari».

Le risposte dovrebbero arrivare nella seconda metà del mese di giugno. Ci auguriamo davvero che Giorgetti e l’intero Governo sappiano trovare risposte adeguate a una misura di sussidiarietà fiscale scelta da 18 milioni di contribuenti ed elettori.

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