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Accoglienza

Minori stranieri non accompagnati: nessun boom, ma il sistema non regge. Ecco perché

Il numero di Minori stranieri non accompagnati-Msna presenti in Italia non è cambiato in maniera significativa: erano 20.926 quelli presenti alla fine del primo semestre 2023 e 20.288 quelli presenti a fine 2022. Nell'ultimo semestre ne sono arrivati 11mila ma altrettanti sono usciti dal circuito dell'accoglienza. Dove nasce la fatica di queste settimane? Qui l'analisi approfondita

di Sabina Pignataro

Quando ad inizio agosto è arrivata a Brindisi la nave Open Arms, tra le persone soccorse in mare c’erano 110 uomini, 25 donne e 59 minori, 50 dei quali non accompagnati. Quando il 20 agosto la Geo Barents ha attraccato al porto di Bari i minori erano 43: quattro su cinque avevano meno di 18 anni, il più piccolo 14 anni. “È la nave dei ragazzi”, così l’avevano ribattezzata i volontari di Medici senza frontiere. «Non ricordiamo una simile proporzione, i minori a bordo ci sono sempre più spesso».

Eppure, osserva Antonella Inverno, Responsabile ricerca, dati e politiche di Save the Children, «non è corretto dire che oggi c’è un’emergenza di nuovi arrivi di Msna, minori stranieri non accompagnati lo dimostrano i numeri (che qui sotto evidenziamo, ndr). Piuttosto, la fatica che l’Italia sta vivendo deriva da un sistema di accoglienza per i minori che non è mai stato avviato in maniera adeguata e che ora mostra tutte le sue falle».

A mancare, specifica, «sono innanzitutto i “centri governativi” che il Governo, appunto, avrebbe dovuto destinare in maniera specifica alla prima accoglienza: luoghi protetti dedicati alla comprensione dell’identità e dell’età del minore e all’ascolto della sua biografia. In questi luoghi i minori sarebbero dovuti rimanere al massimo trenta giorni, ma purtroppo non esistono. Il Governo non li ha creati». Quello che accade invece è che «i Msna oggi vengono accolti quasi indistintamente nei Cas – centri di accoglienza straordinaria o nei centri Sai oppure in quelli messi a disposizione dai Comuni, saltando del tutto la distinzione tra prima e seconda accoglienza. Il risultato è che i Cas e gli ultimi centri nati sull’onda dell’”emergenza” che non hanno gli stessi standard qualitativi dei Sai e delle case famiglia dei Comuni, si trovano a gestire i percorsi dei minorenni anche per molti mesi senza averne le competenze adeguate. Inoltre si crea un collo di bottiglia per cui per i nuovi arrivati non ci sono posti da nessuna parte».  

Quanti sono i Msna  presenti in Italia?

Tra il 31 dicembre 2022 e il 30 giugno 2023 il numero di Msna presenti in Italia non è cambiato in maniera significativa: erano 20.926 quelli presenti alla fine del primo semestre 2023 e 20.288 quelli presenti a fine 2022. In prevalenza di genere maschile (86,6%).

dati del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali

Il 44,7% ha 17 anni, il 24,7% ha 16 anni, il 12,1% ha 15 anni e il 18,6% ha meno di 15 anni.  La maggior parte di loro proviene dall’Egitto (5.341 minori), poi dall’Ucraina (4.512), Tunisia (1.781), Guinea (1.174) e Albania (1.137).

dati del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali

«La presenza di Msna sul territorio Italiano varia in relazione alle questioni geopolitiche del paese di provenienza, oltre alle politiche messe in atto da Ue e Paesi ospitanti», osserva Inverno. «Un picco delle presenze c’è stato nel 2022, quando il numero di Msna è cresciuto del 64% rispetto all’anno prima, anche per effetto della guerra in Ucraina. Ci sono stati poi anni in cui gli arrivi via mare erano meno numerosi, come tra il 2018 e il 2020, quando sono arrivati in media poco più di 3mila minori non accompagnati l’anno, oppure decisamente più cospicui, come nel 2016 quando i Msna arrivati via mare hanno raggiunto il picco di quasi 26mila. Quindi i numeri di oggi non sono così impressionanti. Nemmeno se li confrontiamo agli anni precedenti: al 31 dicembre 2017 i Msna  presenti in Italia erano 18mila, un anno prima 17mila.

In più, specifica, «se osserviamo il numero complessivo della popolazione migrante arrivata sulle nostre coste negli ultimi anni ci accorgiamo che, in proporzione, i minori sono meno che in passato: a fine 2021 i Msna erano quasi il 15% dei migranti, al 15 agosto 2023 i Msna  rappresentano poco più del 10% dei migranti».

Quanti sono i nuovi arrivi?

Analizziamo adesso quanti sono i Msna arrivati in Italia per la prima volta. Nel primo semestre del 2023 sono 11.386. Stando ai dati del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali (vedi il link in fondo all’articolo): a gennaio 1188; a febbraio 1293; a marzo 1601; ad aprile 2.046, a maggio 1163 a giugno 1960. A luglio ne sono arrivati quasi 1947 (come ad aprile, e una trentina in meno di giugno), di cui 1200 via mare.
«Anche in questo caso – chiarisce Inverno – i dati ci parlano di arrivi totali (via mare e dai valichi terrestri) in linea con quelli dell’anno scorso. Questi 11mila nuovi Msna sono meno di quelli arrivati nel 2022 (meno 4600 rispetto al primo semestre), probabilmente per via della diminuzione degli ingressi dei minori provenienti dall’Ucraina».

Per farsi un’idea è sufficiente osservare la linea verde di questo grafico che mostra il totale degli ingressi nel 2022 e poi quelli nel primo semestre del 2023.

dati del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali

Da quale paese provengono i nuovi Msna? Da Egitto, dalla Guinea, Tunisia, Costa D’Avorio.
Poiché la modalità di ingresso prevalente nel 2023 (60%) è quella associata agli eventi di sbarco, nel 2023 la principale Regione per numero di nuovi ingressi di minori è stata la Sicilia (48% del totale degli ingressi nel Paese), un dato storico, a dire il vero, “scalzato” probabilmente solo dagli arrivi dei ragazzini ucraini che si sono mossi lungo le direttrici di relazioni con connazionali e partenti che lavoravano già in Italia. La seconda è la Calabria (sempre in seguito a eventi di sbarco), la terza è il Friuli Venezia Giulia, (il ritrovamento avviene presso scali aeroportuali e i valichi terresti). A seguire la Lombardia.



dati del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali

Nel 2023 11mila Msna sono entrati in Italia e quasi 11mila sono usciti dal sistema di accoglienza

Ma se nel primo semestre 2023 sono arrivati 11mila nuovi Msna, come si spiega che oggi il numero di Msna sia sostanzialmente identico a quello della fine del 2022? La risposta arriva dall’analisi dei dati del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali: nel corso della prima metà del 2023 è stata registrata l’uscita dal sistema di accoglienza di 10.769 minori stranieri non accompagnati.
Per oltre la metà dei casi (57%) la motivazione di uscita di competenza è il compimento della maggiore età. L’altra motivazione, che conta circa il 37% dei casi di uscita, è l’allontanamento per volontà del minore. Il rimanente 6% degli eventi di uscita è riferibile ad altri motivi quali l’affido, il rintraccio dei genitori o di adulti legalmente responsabili, il rimpatrio volontario assistito e la relocation.

Dove nasce allora il problema dell’accoglienza oggi?

«Le difficoltà nell’accogliere i minori non accompagnati, denunciate dai sindaci di tutta Italia in questi giorni, nasce dal fatto che gli 11mila nuovi arrivati nel 2023 vanno ad aggiungersi agli altri 10mila già in Italia che non hanno ancora raggiunto la maggiore età che non trovano sistemazione dato che i posti nel sistema Sai di accoglienza diffusa sono poco più di 6.600», osserva Inverno. «L’Anci, ad inizio d’anno, aveva chiesto al governo di finanziare altri 4mila posti ma senza fortuna».
E’ questo il motivo per cui i Comuni italiani non sanno più dove sistemarli: «le strutture a loro dedicate erano già insufficienti, ancora prima che arrivassero i nuovi Msna». Come a dire: il vaso era già colmo, e questi nuovi arrivi (che abbiamo detto non essere stratosferici) rappresentano solo la goccia che fa traboccare il tutto.

Come risolvere il problema dell’accoglienza?

In base alla legge 142 del 2015 tocca allo Stato prendersi cura della primissima accoglienza in strutture dedicate e poi della sistemazione in strutture di secondo livello. I Comuni possono intervenire in via temporanea e senza oneri a proprio carico in caso di arrivi eccezionali. In altre parole, il ruolo dei Comuni dovrebbe essere solo sussidiario.
Da Bergamo è partita l’iniziativa che potrebbe trasformarsi in una sorta di class action dei sindaci: una diffida e un ricorso al Tar sulle competenze dell’accoglienza dei minori non accompagnati. Che dovrebbe essere a carico dello Stato e non dei Comuni che stanno ormai sopportando oneri non più sostenibili. Secondo le stime fatte dal sindaco Giorgio Gori: «A Bergamo noi abbiamo fatto il conto che, solo per quello che abbiamo speso negli ultimi cinque anni, lo Stato ci deve cinque milioni e mezzo di euro».

  • sos Puglia “Non abbiamo più posti qui
    Il Garante dei minori della Regione, Ludovico Abbaticchio, qualche giorno fa aveva alzato i toni: «Il governo italiano deve rapidamente avviare politiche di rafforzamento del Sai, il sistema di accoglienza che ospita i minori migranti soli e che in questo particolare momento sta vivendo una situazione di grave difficoltà per l’indisponibilità di posti a fronte degli ultimi flussi in arrivo». In Puglia i posti disponibili sono poco più di 600, un terzo nella sola provincia di Bari. «Non è bastato l’incremento dei posti autorizzati fino a ora o l’innalzamento della retta per persona accolta». La Puglia è la quarta Regione a ospitare i minori non accompagnati. Secondo i dati forniti dall ’assessora comunale al Welfare, Francesca Bottalico, dopo l’arrivo della Geo Barents. Nel solo capoluogo ospitano 263 ragazzini, più di un terzo dei 625 previsti nella regione.
  • A Milano le strutture sono piene
    L’assessore al Welfare, Lamberto Bertolè, si unisce all’appello di Giorgio Gori, sul tema dell’accoglienza dei minori stranieri non accompagnati. «Al momento sono 1.300 i minori in carico ai servizi sociali del Comune. «Anche noi siamo stati costretti a portare alcuni ragazzi fuori regione, a Genova, a Pordenone, perché tutte le strutture del privato sociale sono pien». All’emergenza si aggiungono anche i ragazzi ucraini, inseriti nei circuiti della tutela volontaria.
  • Anche il Comune di Genova fa sentire la propria voce insieme alle altre amministrazioni che accusano il Viminale di fare lo scaricabarile sui territori. La Prefettura genovese, il 14 agosto, ha pubblicato un bando per trovare 50 posti in strutture temporanee » e immediatamente disponibili . «Non parteciperemo — sottolinea Enrico Costa, presidente del Ceis Genova che ospita 125 minori soli nelle strutture di via Asilo Garbarino, via Galata e Campi — non sarebbe sostenibile: serve una equipe molto strutturata. E dei progetti seri per l’integrazione: altrimenti è solo vitto e alloggio».

Altro tasto dolente: qual è il rimborso?

Quando parliamo di Msna parliamo di ragazzini e bambini che hanno bisogno di cure e di servizi loro dedicati. Che costano. E qui veniamo all’altro punto dolente: il governo con il decreto Cutro avrebbe abbassato da 100 a 60 euro al giorno il costo dell’accoglienza per un minore non accompagnato in accoglienza. Cifra che le associazioni del Terzo settore ritengono assolutamente insufficiente a garantire i servizi previsti per legge, disertando così i pochi bandi pubblicati dalle prefetture che riescono a trovare qualche struttura disponibili per aprire nuovi centri di accoglienza riservati ai minori, ma non chi la gestisce. Il Viminale smentisce che con il decreto Cutro sia stato diminuito fino a un massimo di 60. Da 7 a 800 milioni di euro: questa la cifra che, secondo il responsabile immigrazione dell’Anci, Matteo Biffoni, sindaco di Prato, dovrebbe subito essere messa sul tavolo dal governo.

La maggior parte dei Msna è in Sicilia

Fatta chiarezza sui numeri, guardiamo ora come e dove vengono distribuiti i Msna  una volta varcato il confine italiano. La Sicilia è la Regione che ne ospita di più; seguono Campania, Lombardia, Puglia ed Emilia Romagna.

dati del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali

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2600 le strutture di accoglienza

Le strutture di accoglienza che al 30 giugno 2023 ospitano almeno un minore sono 2.605. Di queste 764 sono dedicate alla prima accoglienza e ciascuna accoglie mediamente 11 minori. Mentre le 1599 strutture di seconda accoglienza (cioè comunità socio-educative, comunità familiari, alloggi ad alta autonomia) accolgono in media 4 minori. La permanenza media dei minori all’interno del sistema di accoglienza è di 216 giorni. E lì per definizione non puoi impostare un progetto di vita, perché quella è un’accoglienza temporanea.

Le strutture di accoglienza sono dislocate su tutto il territorio nazionale e, in linea con i dati degli arrivi dei minori, le strutture di prima accoglienza sono maggiormente presenti in Sicilia, seguita dalla Lombardia, Liguria e Emilia-Romagna. Sempre nel Sud è presente il 40% delle strutture di seconda accoglienza.

dati del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali

Il nodo dell’età

La minore o maggiore età ha profonde conseguenze sui contributi e dunque sul trattamento che viene riservato in Italia. Sono previsti cento euro al giorno per l’assistenza ai minori stranieri non accompagnati e solo 35 euro per chi ha già compiuto 18 anni. Attualmente se dopo l’accertamento dell’età a carico delle strutture sanitarie del territorio rimane un dubbio, viene data per buona la dichiarazione con la quale i ragazzi si presentano: la gran parte degli adolescenti dichiara di avere 17 anni.
Nella stretta annunciata dal sottosegretario leghista Nicola Molteni potrebbe invertirsi l’onere della prova. Ai ragazzi spetterebbe dimostrare di non essere maggiorenni. «Questa cosa ci preoccupa molto», conclude Inverno. «Il principio che prevede la presunzione di minore età si basa su principi e norme che sono consolidati a livello internazionale e nazionale che hanno l’obiettivo di evitare danni irreparabili ai minorenni che erroneamente vengono identificati come maggiorenni, per esempio quelli che riguardano la reclusione in carceri per adulti se viene commesso un reato, o l’espulsione in caso di minore non accompagnato, espulsione che è vietata dalla legge per i minorenni. Questo rischio è ancora più forte dopo l’introduzione delle procedure accelerate in frontiera, dove il minore non avrebbe nessuno strumento a disposizione per dimostrare la sua minore età».

Per approfondire

Rapporto semestrale propone una dettagliata analisi del fenomeno della presenza di Minori Stranieri Non Accompagnati (Msna) in Italia
 https://www.lavoro.gov.it/temi-e-priorita-immigrazione/focus/rapporto-semestrale-MSNA  -30-giugno

Dati mensili del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali
https://www.lavoro.gov.it/temi-e-priorita/immigrazione/focus-on/minori-stranieri/pagine/dati-minori-stranieri-non-accompagnati

Foto di Barbara Zandoval by Unsplash


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