Sarà costituito un ente regionale autonomo dal nazionaleSvolta federale alle Misericordie d’Italia. Con sei mesi di anticipo rispetto al varo del nuovo statuto, le 311 confraternite, a cui vanno aggiunte 80 sezioni distaccate, della Toscana (la Regione che da sola “vale” circa il 60% di un movimento che conta 670mila iscritti) hanno infatti deciso di accelerare i tempi della riforma. A breve sulle ceneri della conferenza regionale sarà costituito un soggetto distinto dalla confederazione nazionale. Obiettivo: avere una personalità giuridica autonoma ed essere così in grado di sottoscrivere convenzioni e firmare accordi con la Regione. Si tratta di un passaggio storico, che avviene a 110 anni di distanza dall’approvazione della “costituzione” interna che il 21 novembre 1899 diede il “la” alla nascita dell’Unione delle Misericordie. Nessuna frattura interna però. La scelta federale fortemente voluta dai toscani («non si poteva aspettare oltre», confida il vicepresidente della conferenza regionale, Alberto Corsinovi) è stata condivisa fin da subito dai vertici nazionali. Il primo a ricordarlo è proprio il presidente Gabriele Brunini (nella foto): «Nessuna incertezza, dopo il passaggio delle competenze sanitarie, socio sanitarie e di protezione civile alle Regioni questa è diventata ineludibile». «Tanto è vero», continua Brunini, «che noi stessi ci apprestiamo a varare un nuovo statuto molto federalista». In questo quadro l’ente nazionale rafforzerà la sua struttura romana proprio «per essere preparati al meglio ad assolvere i nuovi compiti». Ovvero intensificare i rapporti con le istituzioni statali, con la Chiesa e l’Europa. Sul territorio invece disco verde alle nuove rappresentanze regionali. Ancora Corsinovi: «Non era pensabile che i rapporti con 19 Regioni (la Val d’Aosta è l’unica regione dove non operano le Misericordie, ndr) fossero tenuti proficuamente da un unico organismo centrale che evidentemente non è in grado di stare al passo con tante legislazioni e consuetudini diverse».
Cambia la geografia e cambiano anche i rapporti economici. Fino ad oggi la Confederazione nazionale incamerava il 5% delle convenzioni firmate a livello locale. Il 2% veniva trattenuto per le spese di struttura, un altro 2% veniva versato alla conferenza regionale e il restante 1% era appannaggio delle confraternite zonali. Dopo il varo dei nuovi soggetti regionali al nazionale arriverà solo la quota del 2%. Almeno questa è l’indicazione che sta emergendo dagli incontri di questi giorni. Corsinovi intanto sta già pensando alla nuova struttura a cui saranno «destinate non più di 5/6 persone».
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