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MOSTRE. Un don Oreste inedito

Inaugurata a Rimini il 2 novembre scorso, girerà l’Italia nelle città che ospitano nuna casa famiglia della Papa Giovanni. «Era un mistico travestito da uomo d’azione», dice Stefano Paradisi, il curatore

di Daniela Verlicchi

Il volto e gli occhi di don Benzi prima che diventasse don Benzi, quel viso conosciuto ma irriconoscibile senza segni del tempo che lo rendevano famigliare, le frasi che ha scritto per sé nel suo diario gli incontri con la sua associazione e i backstage degli incontri pubblici: è l’eredità che la Papa Giovanni XXIII ha voluto condividere con chi vuole saperne di più del «prete da strada» romagnolo, con una mostra: Don Oreste, amare sempre. Quarantaquattro pannelli e 2 video-interviste inedite (questi i numeri della mostra), che «gireranno» l’Italia, ospitate dalle comunità della Papa Giovanni.

«La mostra nasce dalla scoperta di una quantità enorme di materiale e documenti che abbiamo ritrovato nella sua stanza dopo la sua morte. Ci siamo chiesti cosa farne e abbiamo deciso che quest’eredità la dovevamo mettere in comune». Di qui l’idea della mostra, racconta Stefano Paradisi, curatore del progetto assieme ad altri della segreteria della Papa Giovanni: «Lo scopo  stato sin dall’inizio quello di farla girare».

E infatti, inaugurata a Rimini il 2 novembre scorso, nel primo anniversario della morte di don Benzi, la mostra sarà a Ravenna fino al 13 dicembre, per poi spostarsi a Fano, Cesena, Verona, Torino, Catania e poi forse anche nelle case famiglia che l’associazione possiede oltreoceano. «Due settimane al massimo per ogni tappa», avverte Paradisi: «abbiamo prenotazioni fino a metà gennaio».

L’aspirazione è quella di proseguire l’opera del prete riminese, attraverso la sua eredità: «Don Oreste ha visitato quasi tutte le parrocchie d’Italia», azzarda il curatore. Ma che don Benzi racconta la mostra? «Bè, parla prima di tutto di un uomo di chiesa che attraverso due cammini paralleli (i poveri e il dialogo con Dio) ha servito i vescovi e il Papa. Era sia un mistico, travestito da un uomo d’azione», dice Paradisi.

Nella mostra, divisa in due parti (la prima, più privata, dedicata alla figura di don Oreste Benzi e la seconda sul suo rapporto con la Papa Giovanni XXIII), propone anche due video produzioni realizzate a margine di alcuni eventi pubblici della papa Giovanni. «In una di esse», ricorda Paradisi, «don Oreste guarda un tramonto e ne rimane sinceramente affascinato, a 82 anni, dopo averne vissuti chissà quanti». Un uomo delle «piccole cose», che però a partire dalle piccole e grandi ingiustizie quotidiane, ha creato grandi realtà, come appunto la Papa Giovani XXIII: «Quando era assistente dell’Azione Cattolica a Rimini, non riusciva a trovare strutture che accogliessero anche disabili per i suoi campi scuola e questo lo faceva arrabbiare enormemente», racconta il curatore della mostra. «Di fronte ad un “non si può fare” lui si incaponiva». E infatti, ai «no» degli albergatori della Val di Fassa don Oreste ha opposto il suo attivismo («Non si fermava mai», spiega Paradisi: «il fine che aveva in mente per lui era troppo importante»): ha raccolto i fondi necessari e ha fatto costruire, a Canazei, la prima casa per vacanze della papa Giovanni (“Madonna delle Vette”). L’inizio di una lunga storia.

La Papa Giovanni XXIII

 


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