Volontariato
Nadia, la perfezione ha gli occhi tristi
Montreal 1976. Il prezzo di quel 10.
Forse ci voleva l?imbecillità di un motivo pop (l?ormai insopportabile Dragostea) e la bellezza artefatta della ragazza che lo canta, per renderci conto – per contrasto – di quanta insondabile tristezza sia sempre dentro lo sguardo delle donne rumene. Nadia Comaneci aveva tutto per essere felice. è il 1976, Olimpiadi di Montreal. Nadia ha 15 anni, e già questo dovrebbe bastare per la felicità, forse. Dopo una carriera folgorante, nel 75 ha mietuto tre ori e un argento agli Europei. Nominata Atleta dell?anno, è arrivata alle Olimpiadi circondata dallo scetticismo e dall?invidia che sempre accompagnano i grandi nei loro primi passi (dopo, rimane l?invidia). E qui, ora, sta scrivendo la storia della ginnastica: 3 ori, un argento e un bronzo. Il miracolo, più volte ripetuto, di un voto ?10? assegnato da un giudice: la ratifica della perfezione, il limite mai raggiunto prima, da nessuno. Eppure lo sguardo di Nadia è così diverso dal suo corpo guizzante, ancora bambino. Gli occhi scuri tradiscono un?intuizione del male, un presentimento, un?insonnia che la discostano paurosamente dall?immagine solare dell?atleta vincente. Forse la Romania, nel nome che porta e nella lingua che parla, è lo specchio introverso dell?anima latina: lontana dai mari e dagli oceani, stretta ai Carpazi e alle loro leggende tenebrose. Nessuna romena è più romena di Nadia. Nel 1980 a Mosca, vincerà ancora. Ma l?infelicità era già cominciata. Solo pochi mesi dopo che questa foto è stata scattata, la bimba prodigio, adottata da un regime in cerca di un volto pulito da esibire e sballottata fra feste, intrighi, promesse, cercherà di uccidersi ingoiando candeggina. Che suicidio miserabile sarebbe stato, anche nel modo! Da lì in avanti, il calvario. Il corteggiamento di Nico, figlio del dittatore Ceausescu, che arriva a regalarle nientemeno che una Fiat 127 per potersi fregiare di questa conquista e poterla poi sfregiare in privato, seviziandola per il proprio piacere. La fuga negli Usa, e di nuovo traversie personali, lutti, disperazione. Un mondo di dolore a venire, in questo sguardo.
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