Il suo nome è storicamente legato al mondo della sicurezza informatica. Oggi Raoul Chiesa, da poco nominato fra i 30 esperti nazionali dell’Enisa, l’Agenzia europea per la sicurezza informatica, è il numero uno di Mediaservice.net, Security Advisory Company di cui è fondatore. Ha inoltre avviato corsi di formazione sulle tematiche del crimine informatico in collaborazione con l’Unicri – Istituto interregiornale sulla giustizia e il crimine delle Nazioni Unite.
Vita: Google e Cina, cosa sta succedendo?
Raoul Chiesa: Sicuramente con la decisione di Google di opporsi alla censura del governo cinese siamo a un punto di non ritorno. Avvisaglie del fatto che cinesi (e non il governo di Pechino) attaccavano governi e aziende ce ne sono già a partire dal 2005. Nel 2007, però, Google e Stati Uniti vengono criticati da ong come Amnesty. La risposta a quel punto fu tutta commerciale: il mercato cinese è troppo importante per rinunciarvi.
Vita: Cosa ha fatto cambiare idea a Google oggi?
Chiesa: Il fatto che gli attacchi hanno incominciato a provenire dal governo di Pechino e non più da gruppi cinesi. Certo, non lo si può dimostrare, ma è difficile pensare siano stati hacker cinesi. È incominciata quella che oggi viene chiamata “infowar”. Dove a giocare un ruolo fondamentale non sono più gruppi di smanettoni particolarmente capaci, ma istituzioni, governi, gruppi politici. E nella maggior parte dei casi per ragioni sia commerciali che politiche.
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