Mondo
Nepal: il re ammette fallimento, ma non si dimette
La dichiarazione mentre sono in corso i preparativi per l'elezione dell'Assemblea che dovra' decidere se il Paese rimarra' una monarchia o diverra' una repubblica
di Redazione
Re Gyanendra ha dichiarato di volersi assumere ”l’intera responsabilita’ morale” per il fallimento dei 15 mesi del suo governo dal febbraio del 2005 all’aprile dell’anno successivo. In un messaggio rivolto alla nazione in occasione della Giornata nazionale della democrazia, il monarca ha tuttavia difeso la sua decisione di assumere su di se tutti i poteri esecutivi.
”E’ chiaro a tutti che la Camera dei rappresentanti era stata sciolta su raccomandazione del premier eletto. Noi siamo stati costretti a fare questo passo per rispettare la volonta’ dei nepalesi di mantenere la legalita’ e l’ordine dato che le elezioni legislative non potevano essere convocate come promesso”, ha dichiarato il re, di fatto privato dei suoi poteri.
Il Parlamento era stato sciolto nel maggio del 2002, su raccomandazione dell’allora premier Sher Bahadur Deuba, a sua volta era stato allontanato dall’incarico nel mese di ottobre di quell’anno.
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