Mondo
Nessuna alluvione cancelli la trasparenza
Agenzia per il terzo settore linee guida per raccolte fondi in emergenza
di Redazione

Le recenti alluvioni che hanno colpito Liguria e Toscana hanno messo in luce ancora una volta l’azione delle organizzazioni non profit dedite al soccorso, provocando un contraccolpo di mobilitazione e diverse raccolte fondi per far fronte all’emergenza. È un film che si ripete ad ogni calamità e che fa spesso pensare alle modalità di raccolta di questi fondi, alla trasparenza del loro utilizzo, all’efficacia dell’intera operazione. Soprattutto quando l’emergenza finisce, e si torna alla normalità. Per limitare le possibili zone grigie, l’Agenzia per il terzo settore ha redatto un nuovo documento (in uscita a metà novembre), Linee guida per le buone prassi e la raccolte dei fondi nei casi di emergenza umanitaria, che seguono alle più generali Linee guida per la raccolta dei fondi pubblicate nel 2010.
«Le caratteristiche delle raccolte per le emergenze umanitarie non sono paragonabili a quelle dei contesti ordinari, quando si chiedono fondi per la missione istituzionale di un’associazione», spiega il coordinatore del documento per l’Agenzia, Edoardo Patriarca. «Perciò queste linee guida, oltre a richiamare i principi fondativi di trasparenza, rendicontabilità e accessibilità, sono ispirate a un maggior rigore, perché quando si interviene in un contesto di emergenza si ha il dovere di innalzare ulteriormente i propri standard qualitativi e operativi».
In particolare, le linee guida indicano una serie di impegni che le organizzazioni non profit intervenute in emergenza devono assumersi verso i beneficiari e verso i donatori. Sempre richiamando i capisaldi dell’azione solidale (trasparenza, rendicontabilità e accessibilità a tutte le informazioni su interventi e raccolte), si suggerisce per esempio di precisare se l’associazione che chiede fondi li “girerà” poi ad altre organizzazioni (ente collettore) oppure li utilizzerà nella gestione diretta degli interventi di assistenza umanitaria e/o di ricostruzione (ente utilizzatore). Inoltre, l’ente che si appella alla generosità dei donatori deve comunicare l’ufficio o la persona cui è attribuita la responsabilità della raccolta fondi; l’avvio della raccolta e la sua conclusione; le modalità con cui il donatore può eseguire l’erogazione liberale e i benefici fiscali di cui può fruire.
A campagna terminata, si deve inoltre comunicare l’entità dei proventi ricevuti, le priorità e i luoghi di intervento, sfruttando tutti i canali di comunicazione possibili (mass media tradizionali e web, oltre ? se possibile ? dirette comunicazioni postali ai donatori). In caso di emergenza ad alta visibilità mediatica e di importante risultato di raccolta fondi, inoltre, l’organizzazione deve garantire una rendicontazione separata e aggiuntiva, magari predisponendo una pagina web attraverso la quale informare circa gli interventi.
L´Agenzia per il terzo settore da parte sua si impegna a istituire, tenere aggiornato e pubblicizzare un elenco delle organizzazioni che hanno aderito alle linee guida; per esservi inseriti occorre garantire e dimostrare una comprovata esperienza nella risposta alle emergenze umanitarie e nella raccolta fondi, mettendo a disposizione dell’Agenzia lo statuto, il bilancio o il rendiconto e ogni altra documentazione che consenta di vigilare sul buon andamento delle raccolte.
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