Mondo
Nigeria: il Mend prova a rassicurare l’Italia
Il movimento ribelle del Delta assicura che i quattro ostaggi italiani stanno bene
di Redazione
I quattro italiani rapiti la settimana scorsa in Nigeria stanno bene, vengono nutriti con quello che e’ disponibile nel campo in cui sono tenuti e non hanno bisogno della visita di funzionari della Croce Rossa: lo riferiscono i ribelli del Movimento per l’emancipazione del delta del Niger (Mend) in una e-mail di risposta ad alcune testate nigeriane che avevano chiesto aggiornamenti sullo stato di salute dei sei dipendenti stranieri della Chevron presi in ostaggio il primo maggio. Oltre ai quattro italiani (Raffaele Pascariello, Alfonso Franza, Ignazio Gugliotta, Mario Cementano) uno statunitense (John Stapleton) e un croato (Juricha Ruic).
“Non ci sono negoziati in corso per il rilascio degli ostaggi, abbiamo detto chiaramente nei nostri comunicati che non abbiamo intenzione di negoziare il loro rilascio prima del 30 maggio, quando, speriamo, il governo in carica sara’ finalmente uscito di scena”, ha fatto sapere il Mend al “Times of Nigeria”. “Trattenendo gli ostaggi fino al 30 maggio avremo chiaramente dimostrato l’incapacita’ del regime di Obasanjo (Olusegun, il presidente uscente della Nigeria, ndr) di fermare i disordini nel Delta attraverso i metodi draconiani usati in passato”, si legge ancora nella mail firmata dal portavoce del Mend, Jomo Gbomo.
In un’altra comunicazione, il Mend si e’ impegnato a riprendere gli attacchi contro le installazioni petrolifere e gli oleodotti. “In adempimento alle nostre promesse di danneggiare l’industria dell’esportazione del petrolio greggio nigeriano, riprenderemo gli attacchi agli oleodotti in tutta la regione del Delta del Niger”, si legge nella nota del Mend. “Tutti gli attacchi saranno seguiti da un comunicato che rivendichi la responsabilita’, come e’ nostro uso”, aggiunge il testo rilanciato dall’agenzia missionaria Misna. Intanto, il governo filippino ha fatto sapere di non avere alcuna intenzione di trattare per la liberazione dei suoi otto connazionali rapiti, insieme a tre sudcoreani in un cantiere della Daewoo a Port Harcourt il 3 maggio scorso. Lo ha detto ieri il sottosegretario agli Esteri del governo di Manila rispondendo alle pressioni di alcuni familiari dopo che in un messaggio audio registrato e trasmesso da alcune radio uno degli ostaggi filippini raccontava di percosse subite durante la prigionia.
Il Mend ha preso le distanze da questo sequestro che sembra opera di gruppi criminali e non di attivisti. Il rapimento di dipendenti stranieri delle molte societa’ internazionali che lavorano nel settore del greggio e nell’indotto viene usato come importante fonte di introiti da gruppi criminali ben armati, che normalmente rilasciano i sequestrati dopo il pagamento di un riscatto, e come ‘arma politica’ da gruppi che chiedono un maggior sviluppo delle regioni meridionali.
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