Agroindustria
«No al pesticida che uccide le api», l’appello di Eleonore trascina la Francia
Nella calda estate francese, la petizione lanciata da una studentessa di 23 anni infiamma il dibattito pubblico. Con lei, oltre 1,7 milioni di cittadini chiedono di cancellare la legge Duplomb, che favorisce l'agroindustria, con impatti negativi su ambiente e salute. La norma, adottata a inizio luglio, deve essere ancora promulgata dal presidente Macron. Prevede, tra l'altro, la reintroduzione di un necotinoide che danneggia gli impollinatori, usato nella coltivazione delle nocciole.

È stata una studentessa di 23 anni di Bordeaux a lanciare la petizione record contro la legge Duplomb, in Francia. Il numero delle firme continua a crescere e, con oltre un milione e 700mila (dato di martedì 22 luglio alle 20:30), ha già superato tre volte la soglia minima di mezzo milione, oltre la quale i parlamentari d’oltralpe sono tenuti a prenderla in considerazione. Non era mai successo prima, per una petizione presentata attraverso il sito web dell’Assemblea nazionale. La norma, a firma del senatore dei Repubblicani Laurent Duplomb, è stata adottata lo scorso 8 luglio, evitando il dibattito parlamentare con uno stratagemma di cui abbiamo scritto qui. Prevede la reintroduzione dell’acetamprid, un neonicotinoide dannoso per gli impollinatori e la biodiversità, vietato in Francia dal 2018, ma ancora consentito nel resto dell’Ue e usato specialmente nella coltivazione delle nocciole. Il testo, inoltre, favorisce gli allevamenti intensivi e la costruzione di megainvasi che prelevano acqua di falda per l’irrigazione. Obiettivo della legge è «rimuovere gli ostacoli per l’esercizio del mestiere dell’agricoltore», una vittoria ottenuta dalle cosiddette “proteste dei trattori” del febbraio 2024.
L’appello di una studentessa
«No alla legge Duplomb. Sì alla salute, alla sicurezza e all’intelligenza collettiva» è il titolo della petizione lanciata da Eleonore Pattery il 10 luglio. Chiede che la norma appena adottata dall’Assemblea nazionale sia cancellata, che siano riviste le condizioni poco democratiche con cui è stata approvata e che ci sia una consultazione di esperti della sanità, agricoltura, ecologia e diritto. Studentessa di master sulla responsabilità sociale delle imprese, Pattery scrive: «Quale futura professionista nel settore della salubrità ambientale, ogni giorno studio come applicare ciò che voi – legislatori – vi rifiutate di rispettare. La legge Duplomb è un’aberrazione scientifica, etica, ambientale e sanitaria. Rappresenta un attacco frontale alla salute pubblica, alla biodiversità, alle politiche per il clima, alla sicurezza alimentare e al buon senso. Questa legge è un atto pericoloso, per i lavoratori, le persone, gli ecosistemi e per l’umanità. Rende più fragili le reti trofiche e compromette la stabilità del nostro ambiente, da cui dipendiamo integralmente. Siamo ciò che mangiamo, e voi cosa volete farci mangiare? Veleno». La petizione richiama anche il diritto costituzionale a vivere in un ambiente sano. «Oggi sono sola a scrivere, ma non la sola a pensarlo», conclude. Visto il successo sorprendente della petizione, c’è da darle ragione.
Pattery, per ora, non ha risposto a nessuna richiesta di intervista. Attraverso il suo profilo LinkedIn afferma: «Se volete comprendere il motivo di questa mobilitazione, date la parola a coloro che sono competenti: scienziati, giuristi specializzati in diritto ambientale, ong, agricoltori, insegnanti, medici o, anche, ai cittadini firmatari di questa petizione. Io non sono indispensabile: l’opinione pubblica, le voci che si stanno sollevando ovunque nel paese, e oltre, mi rappresentano già molto bene».
Svolta nell’iter legislativo?
La petizione rilancia il dibattito pubblico su una norma che il presidente Emmanuel Macron deve ancora promulgare. Secondo l’analisi del quotidiano francese Le Monde, nonostante il numero altissimo di firme, giuridicamente gli effetti restano limitati. I risvolti sono soprattutto politici. Visto che finora non è mai successo che un appello ricevesse tanto consenso, non ci sono precedenti per immaginare quali saranno le conseguenze. I partiti di sinistra intanto chiedono di discutere dell’abrogazione del testo, per il suo impatto ambientale e sanitario. La ministra dell’Agricoltura Annie Genevand si è detta disponibile al dibattito. E così Marine Le Pen, leader del Rassemblement national, per cui «la propaganda delle sinistre non deve lasciare immaginare ai compatrioti che questa legge minacci la loro salute e il nostro ambiente». Se ne riparla a settembre, con la ripresa dei lavori parlamentari.
In apertura foto di Sandy Millar su Unsplash
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