Famiglia

No ragazzi, il controllo in una relazione non è normale

Il Movimento Giovani per Save the Children lancia la campagna di sensibilizzazione “Lo hai mai fatto?” per imparare a riconoscere le forme di violenza più diffuse nelle relazioni di coppia tra gli adolescenti. Raffaela Milano: «La pretesa di controllare in ogni momento spostamenti, abbigliamento, contatti e amicizie, o la violazione della privacy e il ricatto delle immagini intime sono forme di violenza. Sono comportamenti che possono altrimenti apparire “normali” o tipici del mondo online, ma non lo sono affatto. È necessario acquisirne piena consapevolezza, senza minimizzarli»

di Sara De Carli

Controllo e gelosia a quanto pare sono ritenuti elementi ormai accettabili all’interno di una relazione di coppia. Un controllo che si esercita via smartphone, geolocalizzando il partner e seguendone gli spostamenti, piuttosto che tempestandolo di messaggi per sapere quel che sta facendo. Due adolescenti su cinque sono a conoscenza di casi di violenza online nelle relazioni di coppia: fare pressioni affinché il partner invii sue foto sessualmente esplicite o minacciare la diffusione di informazioni, foto o video imbarazzanti. Una normalizzazione pericolosa, su cui oggi, in vista del Safer Internet Day 2023, il Movimento Giovani per Save the Children lancia un allarme. Lo fa con una campagna forte e bellissima insieme, un video che ci porta ad immergerci in una ordinaria serata fra adolescenti: giocano a “Hai mai (Never Have I Ever)” e intanto la loro vita continua a scorrere sugli smartphone, legandosi alla vita di chi è altrove ma allo stesso tempo è lì.

La campagna di sensibilizzazione “Lo hai mai fatto?” per imparare a riconoscere le forme di violenza più diffuse nelle relazioni di coppia tra gli adolescenti e promuovere comportamenti alternativi è uno degli esiti del progetto europeo DATE (Developing Approaches and Tools to End Online Teen Dating Violence) realizzato nel 2021 e 2022 nell’ambito del programma Rights Equality and Citizenship, cui hanno partecipato anche le ragazze e i ragazzi dei gruppi SottoSopra di Venezia e Reggio Calabria del Movimento.

Lo stesso movimento ha promosso anche un questionario online, cui hanno risposto un migliaio di ragazzi e ragazze tra i 14 e i 25 anni in Italia: sebbene la gran parte dei partecipanti associ i rapporti di coppia a valori come comprensione, sincerità, complicità, rispetto e fiducia, il 42,2% del totale dei partecipanti riferisce di avere un’amica o un amico che ha vissuto una qualche forma di violenza on-line nella relazione, soprattutto rispetto alla sfera del controllo personale. Tra i comportamenti ritenuti più frequenti ci sono la creazione di un profilo social fake per controllare il partner (73,4%), le telefonate/invio di messaggi insistenti per sapere dove si trova e con chi è (62,5%), il controllo degli spostamenti e delle persone con cui si trova (57%), l’impedire di accettare delle persone tra le amicizie sui social (56,2%), ma anche il fare pressioni affinché il partner invii sue foto sessualmente esplicite (55,1%) o minacciare la diffusione di informazioni, foto o video imbarazzanti (40,6%). Infatti, oltre alla sfera del controllo, le situazioni di abuso o violenza online all’interno di una coppia possono riguardare anche i comportamenti volti a danneggiare la reputazione o violare la privacy del partner, o quelli aggressivi, che includono minacce e umiliazioni, o pressioni per ottenere forzosamente il consenso ad attività sessuali indesiderate.

«Con questa campagna le ragazze e i ragazzi si rendono protagonisti di un’azione di sensibilizzazione sull’importanza di riconoscere la violenza insita in alcuni comportamenti che possono altrimenti apparire “normali” o tipici del mondo online, ma non lo sono affatto. La pretesa di controllare in ogni momento spostamenti, abbigliamento, contatti e amicizie, o la violazione della privacy e il ricatto delle immagini intime sono forme di violenza che colpiscono soprattutto le ragazze. È necessario che gli adulti così come gli adolescenti acquisiscano piena consapevolezza di questi comportamenti, senza minimizzarli», afferma Raffaela Milano, Direttrice dei Programmi Italia-Europa di Save the Children Italia. «Per questo è importante promuovere percorsi di sensibilizzazione rivolti ai genitori, così come integrare nei programmi scolastici l’educazione all’affettività e una formazione specifica per docenti e studenti sull’utilizzo responsabile ed etico degli strumenti digitali anche nelle relazioni di coppia. Ogni scuola dovrebbe poi coinvolgere gli studenti nella costruzione attiva di procedure interne per proteggere ragazzi e ragazze dalla violenza di genere agita sia nel mondo reale che in quello on-line».

L’importanza del ruolo dei coetanei per promuovere relazioni di coppia che escludano la violenza on-line è confermato dagli stessi giovani. Più di 7 su 10 si rivolgerebbero ad amici se fossero vittime di violenza on-line, mentre la fiducia nei confronti dei genitori o di fratelli e sorelle si attesta rispettivamente al 33% e al 30%. Consistente anche la volontà di rivolgersi alle le forze di polizia (25,5%), mentre pochissimi gli intervistati che si rivolgerebbero ad un insegnante (7,6%).

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