L’evento della visita del Papa a Palermo è stato storico: perché ha esaltato la figura del beato Pino Puglisi e ne ha confermato l’immortalità; perché ha rafforzato la nuova generazione di Vescovi siciliani, scegliendo Piazza Armerina e Palermo; perché ha esaltato il suo rapporto con i giovani, chiedendo di essere seminatori di speranza di futuro per la Sicilia; perché ha voluto dividere il pasto con i poveri della Missione Speranza e Carità di Biagio Conte.
Quando Papa Francesco ha pronunciato la parola PROSSIMITA’, mi sono sentito chiamato in causa in prima persona: la "scossa" che ha dato, il richiamo alle radici per una nuova fioritura, non ha riguardato solo i giovani d'età, ma coloro che ancora credono che il mondo può cambiare "se ognuno fa qualcosa"
Su questa parola ho fondato la mia vita ed ho promosso la Fondazione Ebbene, il mio sogno per un agire accanto a chi vive una condizione di fragilità, di povertà, di esclusione.
L’ho fatto perché una scossa come quella di Papa Francesco non divenisse una "forte emozione che presto si dimentica", perché la nostra terra di #Sicilia ha bisogno di ognuno di noi per cambiare….Dopo l’emozione e dopo aver visto la luce, non sei più lo stesso e allora devi testimoniare quello che vivi…
“L’esistenza cristiana è un’esistenza che risolve la storia e non è fatta di intenzioni, ma di incarnazione….E l’incarnazione non è una cosa astratta, avviene nella storia concreta e nei rapporti umani. La fede senza le opere è morta”!(D.Oreste Benzi)
Non lasciamoci intorpidire, inquinare, annientare dagli affabulatori, manteniamo un cuore pulito e desideroso di donarsi al prossimo, prendendo esempio da Gesù, che ha donato la vita per noi, e da coloro – come il Beato Pino Puglisi – che hanno fatto lo stesso…magari non tutti siamo chiamati al martirio, ma siamo certamente chiamati alla coerenza con i valori cristiani.
Guardiamoci intorno, cerchiamo il campo da arare e da seminare, usiamo il concime migliore e certamente raccoglieremo i frutti di questo lavoro, faticoso ma onesto.
Cerchiamo anche i "compagni per il nostro cammino", per vincere la solitudine di questo tempo e insieme cambiamo la storia.
Quello che ci accade intorno dimostra quanto è difficile questo percorso e quanti ostacoli si possono incontrare: primo fra tutti l’indifferenza verso il degrado delle persone e dei luoghi che ci sono “prossimi”.
Proprio qualche ora dopo aver ascoltato il Papa, ho percorso una delle lunghe vie della mia città di Catania, che attraversa tutti il Centro storico, dal mare fino al cuore della Città. In mezzo a quel degrado profondo, ai cumuli di spazzatura, allo spaccio di droga, alle auto in tripla fila, ai fuochi per arrostire la carne di cavallo in mezzo alla strada, agli scooter scorazzanti, alle innumerevoli sale giochi, mi sono sentito inerme e per un momento ho detto a me stesso che “siamo un popolo senza speranza”.
Ma, forse, proprio da li deve partire la semina e il germe del cambiamento, come fece don Pino Puglisi a Brancaccio, come fanno in tanti nei luoghi in cui vivono, sapendo che una vita tolta al degrado e alla mafia è un fiore che non appassirà mai.
È vero che oggi siamo destinati alla “desertificazione” e tantissimi giovani partono per non tornare più.
Ma ai giovani dobbiamo chiedere oggi – con le parole di Papa Francesco – di “non andare in pensione”, di non adattarsi passivamente ad un sistema che non li vuole fra i piedi, ad una lobbies politico-affaristico-mafiosa che non lascia nemmeno l’aria per respirare.
La speranza è nei giovani, se mettono il cuore nei loro sogni e investono nel loro futuro senza piegarsi alle chimere di chi li vuole succubi e offre loro le briciole.
Mi sento, allora, di condividere una preghiera per ogni siciliano, anche per chi vive lontano dalla sua terra o è emarginato. Una preghiera per questa nostra terra di #Sicilia perché non muoia sotto la scure della mafia e della corruzione.
Senza il rinnovamento delle nostre coscienze, il martirio di don Pino Puglisi, come quello dei tanti martiri della violenza politico-mafiosa, sarà stato vano.
Voglio continuare a sperare che “se ognuno fa qualcosa, allora si può fare molto”
@cambiamoilmondoapartiredanoi
Partecipa alla due giorni per i 30 anni di VITA
Cara lettrice, caro lettore: il 25 e 26 ottobre alla Fabbrica del Vapore di Milano, VITA festeggerà i suoi primi 30 anni con il titolo “E noi come vivremo?”. Un evento aperto a tutti, non per celebrare l’anniversario, ma per tracciare insieme a voi e ai tanti amici che parteciperanno nuovi futuri possibili.