Non profit

Non profit football club stavolta c’è sul serio

Il caso. Il Csi nell'Ancona calcio

di Redazione

Da oggi chiamatelo Ancona non profit football club. Segni particolari? Bilancio sociale, una scuola per genitori e un vivaio che affonderà le radici negli oratori italiani. Il Deus ex machina di questo progetto unico al mondo risponde al nome di Edio Costantini, presidente nazionale del Csi – Centro sportivo italiano. A Massimo Achini, numero uno della sezione milanese, che assumerà la carica di direttore generale dell?area tecnica, è stata invece affidata la gestione operativa della squadra dorica. Entrambi siederanno nel nuovo consiglio di amministrazione a fianco del confermato presidente, l?industriale elettrico Sergio Schiavone, del figlio Giampiero e dei rappresentanti di un pool di imprenditori milanesi vicini al Csi.

Il Csi però non parteciperà direttamente al capitale dell?Ancona. «L?aspetto finanziario», conferma a Vita Achini, «non ci riguarda, quello che interessa è che l?intera proprietà abbia sottoscritto il nostro piano di sviluppo triennale». Nelle sei pagine del protocollo d?intesa si leggono le fondamenta di una rivoluzione che non si fermerà in riva all?Adriatico. «L?obiettivo è esportare il progetto Soccer (questo il nome del format, ndr) anche su altre piazze.

Achini, che gestirà il mercato («la prossima stagione porteremo in prima squadra almeno due ragazzi provenienti dagli oratori»), ha le idee chiare: «Il codice etico non è una foglia di fico». Qualche esempio? Cartellino rosso agli spot solidali. «Nei contratti sarà inserita la clausola ?banca del tempo?: i giocatori dovranno dedicare non un minuto, ma 20/30/40 ore del loro tempo all?accompagnamento di progetti sociali». Giro di vite anche sui contratti: «Niente spesse folli e bilancio sociale». Guerra dichiarata ai procuratori. «Sono una sovrastruttura costosa e inutile, ci impegneremo a dimostrarlo», annuncia Achini. Che avrà in portafoglio, secondo le prime indiscrezioni, un budget di 3/5 milioni di euro. Ma non serviranno certo a comprare baby fenomeni da rivendere alle superpotenze del pallone. Il fuoriclasse biancorosso si chiama Scuola per i genitori. «Un programma didattico a disposizione dei papà e delle mamme affinché possano gestire nel migliore dei modi l?esperienza sportiva dei loro figli senza aspettative eccessive». Belle parole, ma? «Nessun ma», interviene Achini, «l?obiettivo concreto è quello di abbattere il numero di anni scolastici persi».

Tutto bello, ma non vede il rischio di pagare dazio sul campo? «Non credo proprio, tanto più che mister Francesco Monaco ha sposato in pieno la nostra filosofia», replica il neo direttore generale. Come dargli torto? Da quando l?Ancona ha imboccato la via della responsabilità sociale, ha indovinato un filotto di risultati che l?hanno portata in vetta al girone B della C1. Non sia mai che l?anno prossimo il non profit football club si giochi la serie A?

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