Famiglia
Novartis: oggi l’udienza sul caso Glivec
Grande pressione sulla multinazionale svizzera perché rinunci alla causa intentata al Governo Indiano. Scendono in campo a fianco di Msf, l'archivesvo Desmond Tutu e il Parlamento europeo
di Redazione
Novartis e India: lo scontro entra nel vivo con l’udienza in tribunale fissata per oggi, 15 febbraio, presso l?Alta Corte di Madras. Al centro del contendere la concessione di un brevetto per il farmaco Glivec detenuto dalla casa farmaceutica svizzera Novartis. “Novartis contesta le disposizioni di legge indiane che hanno portato al rifiuto di tutela brevettuale per Glivec in India” scrive la multinazionale “L?azione legale avviata non contesta, invece, le limitazioni contenute nelle leggi sui brevetti, previste dalle direttive dell?Organizzazione Mondiale del Commercio (WTO) e, nello specifico, dall?accordo TRIPS e dalla Dichiarazione di Doha. Novartis sostiene le disposizioni dell?accordo TRIPS, volte a promuovere l?accesso ai farmaci nei Paesi in via di sviluppo. Ciò che contesta è invece l?esistenza di ulteriori restrizioni, che ostacolano l?innovazione farmaceutica”.
Un contenzioso cruciale, che si inserisce nella particolare situazione della produzione locale di farmaci generici che ha permesso all?India di diventare ?la farmacia dei Paesi in via di Sviluppo?: i medicinali prodotti in loco costano infatti molto meno di quelli sviluppati dalle multinazionali, pur essendo di qualità. E dall?India arrivano oltre la metà dei farmaci impiegati oggi nei programmi di lotta all?Aids nei Paesi più poveri e oltre l?80% dei medicinali contro l?HIV usati, ad esempio, dall?ong Medici senza frontiere.
Su questo problema, quindi, a partire dalle prime fasi del processo iniziato verso metà dicembre, proprio Msf si è attivata con l?apertura di un appello/petizione cui in Italia hanno già aderito molti personaggi di spicco del mondo scientifico, politico e artistico: da Giovanni Berlinguer (euro-parlamentare e membro dell?International Bioethics Committee dell?UNESCO) al sindaco di Roma Walter Veltroni, e poi Luisa Morgantini, Umberto Guidoni, Vittorio Agnoletto, Dario Fo, Beppe Grillo, Gene Gnocchi, Moni Ovadia.
In attesa dell?udienza è la multinazionale a proporre la sua difesa dalle varie contestazioni che le ong e la parte indiana le muovono. In una nota stampa l?azienda, che tratta il Glivec solo come farmaco antitumorale, precisa infatti che: da un lato la causa avviata sarebbe esclusivamente finalizzata al riconoscimento dei diritti di proprietà intellettuale e non riguarderebbe invece in alcun modo il tema dell?accesso ai farmaci, d?altro canto viene attribuito a chi la critica il ?fraintendimento di alcuni? rispetto alle intenzioni di un Gruppo che ?si è sempre distinto per il suo impegno responsabile? proprio in tema di accesso ai farmaci. Infine, sul farmaco in particolare si rivendica ?L?alto contenuto innovativo del Glivec/Gleevec?, ricordando che ?ha ricevuto numerosi premi per l?innovazione e gli è stata riconosciuta la tutela brevettuale in 36 Paesi, tra i quali la Cina?.
Msf, Oxfam, ma non solo
Non si è fatta attendere Medici senza frontiere che oggi, insieme ad Oxfam e un’altra ong svizzera “La dichiarazione di Berna”, ha organizzato una conferenza stampa in cui era presente anche Ruth Dreifuss, già presidente svizzero (1999) e a capo della Commissione sulla proprietà intellettuale, l’innovazione e la salute pubblica (2004-06) dell’Oms (Organizzaizone mondiale della salute). Obbiettivo dell’incontro, quello di invitare l’azienda farmaceutica a rinunciare alla causa contro il governo indiano.
Il 13 febbraio scorso, inoltre, lo stesso Parlamento europeo si era espresso per mezzo di una dichiarazione sostenuta dai maggior i gruppi politici perché la multinazionale rinunci. E una lettera è stata spedita all’amministratore delegato di Novartis firmata da Caroline Lucas (Gruppo Verde/Alleanza libera europea), Anne Ferreira (Gruppo socialista), Dorette Corbey (Gruppo socialista), Carl Schlyter (Gruppo Verde/Alleanza libera europea), Max van den Berg (Gruppo socialista).
Dall’altra parte dell’oceano, negli Stati Uniti, intanto, è il senatore repubblicano Henry Waxman a rincarare la dose. “In una lettera indirizza alla multinazionale” si legge su Business Week, il senatore “scrive che la causa intentata da Novartis potrebbe spingere altri paesi del Terzo mondo ad adottare leggi sui brevetti e la proprietà intellettuale più restrittivi, impedendo di fatto alle aziende produttrici di farmaci generici di produrre a un prezzo alla portata di molti”.
Un invito, inoltre, a rinunciare alla causa proviene dall’arcivescovo Desmond Tutu, grande protagonista in occasione del processo di riconciliazione post-apartheid, che proprio oggi si espresso in questo senso.
Ma non tutto il non profit è d’accordo. A sostenere, viceversa, la causa di Novartis è la Fondazione Max, che ha raccolto finora 3500 firme e testimonianze di chi il medicinale in questione lo utilizza.
Chi di denuncia ferisce, di denuncia…
Ma non solo. A complicare la vita della multinazionale una causa per diffamazione. Lo riferisce la rivista The Economic Times. L?organizzazione indiana Cancer Patient Aids Association (CPAA) ha infatti inviato un avviso di diffamazione a Daniel Vasella, presidente e amministratore delegato Novartis, chiedendo mezzo milione di dollari di danni.
L?iniziativa legale dell?associazione indiana fa riferimento ad un articolo dedicato alla decisione di Novartis di presentare un ricorso contro il governo indiano, in relazione alla legge del 2005 sul brevetto dei farmaci, pubblicato lo scorso ottobre da Intellectual Property Watch.
Nell?articolo si riferiva che, secondo Vasella, le compagnie produttrici di farmaci generici, in India, sono spesso al fianco delle organizzazioni di pazienti e che non si sarebbe sorpreso se avessero dato soldi a questi gruppi.
La CPAA ha ritenuto queste affermazioni e insinuazioni del presidente di Novartis false e diffamatorie, affermando di non aver mai ricevuto soldi dai produttori di farmaci generici e sottolineando che quell?articolo, ripreso da molti siti Internet, ha posto l?associazione in una posizione estremamente imbarazzante.
La CPAA ha anche chiesto a Novartis di pubblicare una dichiarazione di scuse incondizionate sul proprio sito e su quello dell?Intellectual Property Watch. In caso contrario l?associazione avvierà cause civili e penali contro la multinazionale.
Per saperne di più:
- “India, la lunga guerra del Glivec” di Joshua Massarenti da VITA non profit magazine (per i soli abbonati);
- “Arrivano i ‘profughi della medicina‘” di Francesca Lancini (per i soli abbonati);
Cosa fa VITA?
Da 30 anni VITA è la testata di riferimento dell’innovazione sociale, dell’attivismo civico e del Terzo settore. Siamo un’impresa sociale senza scopo di lucro: raccontiamo storie, promuoviamo campagne, interpelliamo le imprese, la politica e le istituzioni per promuovere i valori dell’interesse generale e del bene comune. Se riusciamo a farlo è grazie a chi decide di sostenerci.