Mondo
Nucleare: Iran propone al gruppo Eu-3 ripresa negoziati
Ma la Gran Bretagna frena e spinge per il deferimento della questione all'Onu.
di Redazione
Il governo iraniano ha inviato una lettera ai mediatori europei di Francia, Germania e Gran Bretagna per chiedere una ripresa del negoziato sul suo programma nucleare. Lo ha riferito una fonte ufficiale iraniana da Vienna, dove il cosiddetto gruppo EU-3 sta preparando una bozza di risoluzione per chiedere all’Agenzia internazionale per l’energia atomica (Aiea) di deferire Teheran al Consiglio di sicurezza dell’Onu dopo che l’Iran ha tolto i sigilli dell’Onu alle sue centrali.
“L’Iran e’ pienamente disposto a riprendere i negoziati e chiede all’Ue di farli ripartire gia’ da mercoledi’”, ha riferito la fonte. Ma una fonte del governo britannico ha frenato, parlando di un’offerta “vacua perche’ gli iraniani hanno creato le condizioni per rendere impossibili” ulteriori negoziati.
Per domani, il 18 gennaio, era gia’ in programma un incontro tra i rappresentati di Teheran e quelli della troika di mediatori europei, poi annullato dopo la ripresa delle attivita’ di arricchimento dell’uranio decisa da Teheran. Il portavoce del premier britannico, Tony Blair, ha ribadito che “il risultato migliore resta una soluzione diplomatica, ma questo deve significare che l’Iran rispetta i suoi obblighi internazionali”. “Se l’Iran tira fuori una soluzione che rispetta questo criterio, va bene”, ha aggiunto Blair all’indomani dell’incontro a Londra tra rappresentanti dell’Eu-3 e di Cina, Russia e Usa.
Un’altra fonte britannica ha peraltro spiegato che l’eventuale deferimento all’Onu dell’Iran nella riunione dei governatori dell’Aiea di inizio febbraio “non porta automaticamente alle sanzioni”. “Vogliamo costruire nel tempo una pressione graduale, sostenuta, non andremo a New York per imporre sanzioni economiche punitive”, ha precisato la fonte. Il portavoce di Blair non ha precisato se Mosca e Pechino abbiano espresso disponibilita’ a sostenere il deferimento della repubblica islamica davanti al Consiglio di Sicurezza dell’Onu. come caldeggiato dalla stessa Gran Bretagna. Pare che finora non sia stato raggiunto un accordo sul punto.
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