Mondo
Nucleare: ultimatum Usa alla Corea del Nord
Nelle prossime 24 ore la svolta dei colloqui a sei. La novità: il reattore ad acqua leggera
di Redazione
La sorte dei colloqui a sei sull’ armamento nucleare della Corea del Nord, che si stanno svolgendo a Pechino, sara’ decisa nelle prossime 24 ore. La Cina ha infatti elaborato un nuovo testo della dichiarazione comune che permetterebbe di proseguire nel dialogo e ha chiesto una risposta entro la serata di sabato; dagli Usa, il segretario di Stato Condoleezza Rice ha avvertito Pyongyang che, in caso di fallimento, Washington potrebbe procedere al congelamento dei beni della Corea del Nord all’ estero. La Rice ha chiesto che ”progressi” vengano registrati ”nei prossimi cinque giorni”. Non sembra che ultimatum e minacce abbiano fino a questo momento avuto l’ effetto sperato, anche se la formulazione dei due ultimatum fa guadagnare qualche ora e forse qualche giorno di tempo ai negoziatori dei sei paesi (Corea del Nord, Corea del Sud, Usa, Cina, Giappone e Russia).
Pyongyang non sembra intimorita e ha respinto l’ offerta della Corea del Sud che si era dichiarata disposta a fornire ai ”cugini” del nord duemila megawatts di elettricita’. In precedenza, il capo della delegazione americana Christopher Hill aveva affermato che i negoziati sono di fronte a ”vere difficolta”’. ”Sono venuti fuori con un concetto completamente nuovo, quello di un reattore ad acqua leggera”, ha detto Hill riferendosi ai nordcoreani. La delegazione di Pyongyang si e’ presentata a Pechino, martedi’ scorso, dichiarando che un accordo sara’ possibile solo se verra’ fornito alla Corea del Nord un reattore ad acqua leggera che puo’ produrre energia ma non puo’ essere usato a fini militari.
”Loro hanno prodotto piu’ uranio che elettricita’, qui abbiamo delle difficolta’ reali”, ha commentato Hill. Le dichiarazioni del negoziatore americano sono state rafforzate dal Dipartimento di Stato, che ha prontamente diffuso il testo di un’ intervista rilasciata dalla Rice al New York Post. ”Non bisogna pensare che stiamo seduti ad aspettare – risponde il segretario di Stato a una domanda sulla Corea del Nord – stiamo lavorando a misure anti-proliferazione per proteggerci. Se vi ricordate, il presidente ha firmato un ordine esecutivo per congelare i beni delle entita’ che noi pensiamo siano coinvolte in attivita’ di proliferazione”. La notizia del rifiuto da parte della Corea del Nord del cospicuo regalo offerto da Seul e’ stata diffusa dal quotidiano giapponese Ashai Shimbun. La fonte anonima citata dal giornale lega direttamente il rifiuto alla richiesta del reattore ad acqua leggera. La costruzione di un reattore di questo tipo finanziato dalla comunita’ internazionale era iniziata nel 1999, perche’ prevista dagli accordi del 1994 tra Pyongyang e l’ allora presidente americano Bill Clinton. I lavori furono sospesi nel 2002, quando scoppio’ la crisi tuttora in corso. In febbraio, confermando le accuse che le erano state rivolte dagli Usa, la Corea del Nord affermo’ di essere gia’ in possesso di armi nucleari. Un eventuale fallimento segnerebbe, affermano gli analisti, la fine dei ”colloqui a sei”, che sono arrivati al quarto round. ”Abbiamo la possibilita’ di arrivare, domani, a un accordo di principio. Non ci resta che aspettare con pazienza”, ha detto il capo della delegazione russa Alexander Alexeyev.
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