N on so come sarà la presidenza americana di Barack Obama. Speravo che vincesse la competizione elettorale, e dunque sono contento. Ma mi preoccupa questo fiume di parole un po’ melense che accompagna il trionfo, come se l’unica cosa importante nella politica, non solo negli Stati Uniti, sia vincere, non governare. Con le conseguenze che ben conosciamo, da Prodi a Berlusconi.
In realtà a me interessa sapere se il nuovo presidente degli Stati Uniti ha le idee chiare e le coordinate mentali per governare la profonda crisi mondiale. In particolare ho cercato di verificare se Obama avesse qualche idea sulle persone con disabilità. Aiutato dai motori di ricerca non ho fatto fatica a scoprire che le associazioni, agguerritissime, delle persone con disabilità negli Usa lo hanno appoggiato, invitando tutti a leggere e vedere il suo programma. Perché Obama nel suo programma ha una pagina dedicata alla disabilità, nella quale, oltre a una serie di punti importanti e centrati, propone una riflessione in video, di pochi minuti. E così si scopre che il nuovo presidente degli Stati Uniti ha un suocero con la sclerosi multipla. Notizia che non avevo colto, in mesi e mesi di cronache americane. Una convivenza con la disabilità della quale parla serenamente, citando il termine «dignità», e ricordando come la famiglia si sia fatta carico di risolvere grandi e piccoli ostacoli quotidiani. Parte dunque dalla conoscenza diretta, dal papà della first lady, il mandato di Obama sulla disabilità. E fra le sue priorità, guarda un po’, figura al primo posto la ratifica della Convenzione dell’Onu, ancora non firmata neppure dagli Usa. E poi il rilancio dell’Ada, la legge quadro americana, e la vita indipendente, il diritto al lavoro, all’istruzione, alle pari opportunità. Parole chiare e precise.
P.S.: A proposito, il governo italiano quando si decide a ratificare la Convenzione Onu? I mesi passano, Natale si avvicina, le promesse sbiadiscono.
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