Mondo
Obama & Mc Cain:volontari, we love you Entrambi i candidati sono favorevoli ad aumentare i fondidel National Service. Nessuna sorpresa: tutti e due sanno che i voti della società civile saranno decisivi di Carlotta Jesi
Usa I temi sociali irrompono nella campagna elettorale
di Redazione

Fare volontariato è da democratici o da repubblicani? E scegliere il servizio civile invece di quello militare? Finché Barack Obama era impegnato a vincere la nomination democratica contro Hillary Clinton, le cose in America sembravano chiare: la sinistra spronava a creare cambiamento dal basso e la destra a servire il Paese da dentro i suoi ranghi.
Ma il candidato repubblicano John McCain aveva già iniziato a sparigliare le carte: votando a favore di una risoluzione per aumentare il budget degli AmeriCorps, il corpo di volontariato nazionale creato dall’ex presidente Bill Clinton, e inserendo il rafforzamento del National Service nel suo programma elettorale.
Un’astuta virata sociale. Ma guai a chiamarla così, è il patriottismo di John McCain, risponde il suo entourage. O, il third way patriotism, come lo chiama il Time Europe che al tema ha dedicato la copertina del 14 luglio. Un nuovo tipo di patriottismo, «che miscela la fede e il rispetto per i padri con la necessità di darsi da fare per costruire un Paese davvero grande», destinato a decidere le sorti della campagna presidenziale più della guerra in Iraq. «Chi meglio saprà interpretarlo», scrive il prestigioso settimanale, «probabilmente arriverà alla Casa Bianca».
Interpretarlo, già: perché il patriottismo sembra essere l’unico valore universale, e trasversale, capace di assicurare sia i voti di chi pensa di aver onorato l’America arruolandosi volontariamente per combattere in Iraq sia quelli di chi pensa di aver onorato l’America opponendosi alla guerra.
Il senatore Obama apparteneva alla seconda categoria fino al 2 luglio scorso, quando in Colorado, Stato tradizionalmente fedele ai rivali repubblicani, ha spiegato che il suo personale modo di amare il Paese, e il suo patriottismo, significa, anche, «accettare la responsabilità di fare la propria parte per migliorarlo».
Obama ha invitato gli americani a fare volontariato annunciando incentivi e nuove opportunità per chi accetterà la sua sfida grazie a una versione arricchita e corretta del piano per il National Service che aveva annunciato a dicembre. Piano da 3,5 miliardi di dollari l’anno che prevede di aumentare gli AmeriCorps di Bill Clinton di 2,500 unità, di raddoppiare il numero dei PeaceCorps entro il 2011, di creare un fondo di investimento sociale per sostenere il terzo settore, di pagare 4mila dollari agli studenti universitari che si impegnano a fare almeno 100 ore di servizio sociale e una serie di nuove misure che sembrano pensate apposta per conquistare il patriottismo di veterani di guerra e nuove matricole dell’esercito. Oltre a lanciare un programma in cui i veterani aiuteranno altri veterani a trovare lavoro, Obama intende aumentare le file dell’Esercito e dei Marines di 92mila unità con aumenti dei salari e politiche più family friendly.
Il candidato repubblicano McCain, eroe del Vietnam considerato una bandiera americana vivente, risponde aprendo a forme di impegno per il Paese anche al di fuori dalle gerarchie istituzionali e militari: «Se c’è qualcosa che non va nel tuo Paese, datti da fare per migliorarlo: mi auguro che sempre più americani servano il Paese nelle forze armate, ma ci sono anche molte cause pubbliche in cui l’impegno del singolo può rendere l’America migliore». La sfida è chiara: il candidato che meglio riuscirà a interpretare il patriottismo del dissenso tradizionalmente caro ai democratici, e quello del rispetto per gli antenati e dell’orgoglio tipico dei repubblicani, vincerà. La strada per riuscirci passa per la società civile. O, meglio, per un’idea di impegno civile che, nell’era del microvolontariato e dell’impresa sociale fai da te, sembra, comunque, essere l’unica dimensione capace di fare da collante sociale.
Di unire ideali, voglia di cambiamento… e voti.
Cosa fa VITA?
Da 30 anni VITA è la testata di riferimento dell’innovazione sociale, dell’attivismo civico e del Terzo settore. Siamo un’impresa sociale senza scopo di lucro: raccontiamo storie, promuoviamo campagne, interpelliamo le imprese, la politica e le istituzioni per promuovere i valori dell’interesse generale e del bene comune. Se riusciamo a farlo è grazie a chi decide di sostenerci.