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Obiettori: Paolicelli (Aon), positivo impegno ministro Toia

Si avvicina la dispensa degli obiettori che hanno presentato domanda nel 1999?

di Gabriella Meroni

“La disponibilità del Ministro Patrizia Toia, rilasciata in una intervista
alle Iene, di predisporre un decreto, che permetta la dispensa degli
obiettori che hanno presentato domanda nel 1999 e che ancora non sono stati avviati al servizio, è un primo passo in avanti”. E’ quanto hanno dichiarato Massimo Paolicelli ed Enrico Maria Borrelli, Presidente e Portavoce dell’Associazione Obiettori Nonviolenti.

“L’Associazione Obiettori Nonviolenti – proseguono Paolicelli e Borrelli –
ha lanciato lo scorso agosto la campagna ‘Se nove mesi vi sembran pochi’, per denunciare l’interpretazione delle nuove norme sull’obiezione di coscienza date dall’Ufficio Nazionale per il Servizio Civile, che prevedono l’applicazione dei nove mesi di attesa per essere assegnati come i colleghi militari, solo per chi ha presentato domanda di obiezione di coscienza dopo il primo gennaio 2000, imponendo a chi l’ha presentata prima una attesa di 18 mesi. Ci risultano presentate all’Ufficio Nazionale circa 500 diffide, i ricorsi ai Tar sono stati diverse centinaia, molti dei quali hanno avuto la sospensiva della partenza. Quattro TAR, Pescara, Torino, Napoli e Catania, hanno già dato ragione ai giovani obiettori, e per il 7 febbraio si annuncia un importante pronunciamento del Consiglio di Stato.I giovani che si trovano in questa situazione sono tra i trenta ed i quarantamila. Il danno fatto loro è enorme, tenerli in balia della burocrazia nella fase delicata tra gli studi ed il lavoro per molti mesi, dando come unica via d’uscita un oneroso ricorso al Tar, non è un buon esempio di rapporto tra Stato e cittadino. La nostra Associazione chiede che questi giovani vengano tutti dispensati. Questa tragica parentesi deve però far nascere una fase nuova per il servizio civile. Infatti è impensabile che 40.000 giovani congedati per l’inefficienza dell’Amministrazione Statale, causata dallo scarsissimo interesse della classe politica, basta ricordare la vicenda dei finanziamenti alla legge sull’obiezione, facciano dichiarare la morte del servizio civile. L’impegno che deve accompagnare il decreto di dispensa è quello di ripartire con la volontà di qualificare il servizio civile, con una adeguata informazione ai giovani, la loro formazione all’inizio del servizio, regole certe prima e durante lo svolgimento e la possibilità di sperimentare forme alternative di difesa. Vediamo se per una volta si riesce a passare dalle parole ai fatti, anche perché altrimenti – concludono Paolicelli e Borrelli – i fatti li faremo noi alle prossime elezioni”.

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