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Occupazione, il Veneto scommette sul non profit

Intervista al neo assessore Remo Sernagiotto

di Davide Nordio

«Per affrontare la crisi economica è indispensabile che tutto il sistema si tenga per mano. Tutti devono partecipare con impegno per uscire da questa situazione, secondo le proprie prerogative. A tal fine credo sia fondamentale costruire strumenti attraverso cui il mondo delle imprese e del non profit possano finalmente confrontarsi e collaborare insieme: un dialogo in cui la Regione potrà avere il ruolo del mediatore per facilitare questo incontro». Si è appena insediato nei suoi nuovi uffici, ma Remo Sernagiotto, neo assessore alle Politiche sociali della Regione Veneto, ha le idee chiare su quella che sarà l’immediata sfida che coinvolgerà il nuovo governo regionale presieduto dall’ex ministro Luca Zaia.
Vita: La prima domanda non può che essere: quale sarà il suo programma?
Remo Sernagiotto: È indubbio che il Veneto parte da una posizione d’eccellenza, il migliore sistema sociosanitario integrato d’Europa, ma questo oggi deve fare i conti con una crisi economica, finanziaria e produttiva che ha ripercussioni importanti sull’occupazione: un problema che negli ultimi decenni il Veneto non aveva conosciuto.
Vita: Un Veneto la cui spina dorsale economica è data dal sistema delle piccole e medie imprese e dove svolge un ruolo importante il mondo della cooperazione…
Sernagiotto: Voglio conoscere meglio questo mondo, comprendere cosa fa, che obiettivi si pone, come è dimensionato. Voglio incontrarmi con loro, proprio nell’ottica di favorire un incontro tra profit e non profit, perché credo che questo interscambio possa essere foriero di interessanti opportunità, anche per l’occupazione.
Vita: Un altro impegno che le piacerebbe realizzare?
Sernagiotto: Sono tanti. Uno di questi riguarda il carcere. L’alto tasso di recidività dimostra che l’obiettivo di rieducare il colpevole è molto lontano. Invece penso che sia prioritario puntare al recupero del condannato, soprattutto di coloro che vivono la loro prima esperienza carceraria. Vedo con favore la realizzazione di strutture alternative al carcere dove, attraverso scuole e laboratori, sia possibile percorrere la strada del recupero della persona, mentre sconta la pena. Per questo potremmo mettere a disposizione quelle aree, come le ex caserme, ora in disuso.
Vita: Veniamo al settore sociosanitario…
Sernagiotto: Innanzitutto dobbiamo applicare la nuova legge per l’autosufficienza. E, appena approvata, la nuova legge sulle Ipab. Credo che sia doveroso che chi, come la Regione Veneto, sostiene tutte le spese debba avere un controllo immediato su come queste realtà rispondono alle esigenze del welfare. E questo è possibile solo con una gestione economica virtuosa. A partire dagli stipendi dei dirigenti e dalle gestione degli incarichi, come le consulenze esterne che devono essere normate in modo rigido.
Vita: Ci si deve attendere un giro di vite in questo settore?
Sernagiotto: Farò di tutto perché tutte le risorse riservate al sociale vadano veramente al sociale e non invece a chi ci gira intorno, ai cosidetti furbetti del quartierino.


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