Aree marine protette

Oceani, una conferenza mondiale per salvarli

Il futuro dell'oceano, e del pianeta, si discute a Nizza da oggi al 13 giugno. Al centro della III Conferenza Onu sul tema, l'aumento delle aree marine protette, lo stop alla pesca a strascico e alla plastica. La salute dell'oceano è vitale per il pianeta e i suoi abitanti ma solo il 3% gode di una protezione adeguata e i finanziamenti per la conservazione degli ecosistemi marini sono i più bassi tra quelli destinati allo sviluppo sostenibile. Serve una svolta

di Elisa Cozzarini

Da oggi fino al 13 giugno, a Nizza, si tiene la terza Conferenza delle Nazioni unite sull’oceano, co-presieduta da Francia e Costa Rica. Uno degli obiettivi è l’adozione del Trattato sull’alto mare (noto con l’acronimo Bbnj), che mira alla protezione del 30% delle aree esterne alla giurisdizione nazionale, ponendo uno stop all’overfishing e ad altre pratiche impattanti. La conferenza è considerata un appuntamento cruciale verso una svolta nella governance globale sostenibile dei mari, che ricoprono il 70% della superficie del pianeta. «L’oceano è minacciato da una crisi senza precedenti, dovuta al cambiamento climatico, all’inquinamento da plastica, alla perdita degli ecosistemi e allo sfruttamento eccessivo delle risorse», è l’allarme di Li Junhua, segretario generale della Conferenza Onu. «Speriamo che il summit ispiri uno slancio inedito, partnership innovative e, possibilmente, una sana competizione». Non è un caso che la conferenza si svolga a Nizza, sul Mediterraneo. Il nostro mare infatti si riscalda del 20% più velocemente rispetto alla media globale.  

Nessuna delegazione Usa

L’assenza della delegazione statunitense potrebbe minare il successo del vertice in Costa azzurra. Gli Usa, infatti, comprendono ben il 10% della superficie oceanica. Donald Trump, dopo l’uscita dall’Accordo di Parigi sul clima, lo scorso aprile ha annunciato che avvierà la ricerca di minerali nei fondali marini, a dispetto del Trattato globale per la protezione degli oceani. La scommessa, per il presidente francese Emmanuel Macron, è riuscire a coinvolgere un numero sufficiente di Stati e controbilanciare l’assenza degli Usa. La Francia, con il secondo spazio marino mondiale, punta così a un ruolo di leadership nella “diplomazia blu”. I negoziati si dovrebbero concludere con una dichiarazione politica d’intenti e con la presentazione di un piano d’azione. Il Nice ocean action plan dovrebbe allinearsi con gli obiettivi per la biodiversità fissati con l’accordo quadro di Kunming-Montreal nel 2022.

Protezione cercasi

La salute dell’oceano è vitale per il pianeta e i suoi abitanti. Produce oltre metà dell’ossigeno di cui abbiamo bisogno e assorbe anidride carbonica, svolgendo una funzione importantissima nella regolazione del clima. La sopravvivenza di più di tre miliardi di persone dipende dalle risorse fornite dalla biodiversità marina. Ma, secondo i dati delle Nazioni unite, oltre il 60% degli habitat è degradato o sfruttato in modo insostenibile. L’agenzia di stampa Reuters sottolinea che solo l’8% è occupato da aree marine protette ma meno del 3% è tutelato abbastanza da escludere attività distruttive come la pesca a strascico.

È in corso, nei Caraibi, nell’Oceano indiano e nel pacifico, il più grave evento di sbiancamento dei coralli, a causa dell’aumento della temperatura e dell’acidificazione. Gli stock ittici in buona salute nel mondo sono passati dal 90% negli anni Settanta al 62% nel 2021. Il vertice Onu punta ad avviare un negoziato per un nuovo accordo sulla pesca sostenibile. Le trattative verteranno anche su come riuscire a proteggere il 30% dell’oceano entro il 2030 e decarbonizzare il trasporto marittimo. E su come trovare fondi per la conservazione dell’oceano. Oggi, dei 17 obiettivi Onu per lo sviluppo sostenibile, il 14, “Vita sott’acqua”, è quello che riceve meno finanziamenti.

Sos plastica

L’inquinamento da plastica, di cui si parla da tempo, non accenna a diminuire. Ogni anno finiscono in mare 12 milioni di tonnellate di plastica: l’equivalente di un camion delle immondizie ogni minuto. I negoziati per un trattato globale che metta fine all’inquinamento da plastica, dopo il fallimento del vertice di Busan, in Corea del nord, lo scorso anno, riprenderanno dal 5 al 14 agosto a Ginevra. Nell’ambito della campagna Our future, il Wwf Italia ha pubblicato il documento “Oltre la plastica: il peso nascosto dell’inquinamento”, in cui traccia i contorni del problema. Di oltre 9 miliardi di tonnellate prodotti finora, una minima parte è stata riciclata. La plastica rappresenta l’80% dei rifiuti dispersi nell’ambiente marino e costiero del Mediterraneo, di questi oltre la metà è fatta di oggetti monouso.

La foto in apertura è dell’Isola Iriomote, di Hiroko Yoshii su Unsplash.

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