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Ogm, via libera da Bruxelles

La Commissione ha autorizzato la coltivazione della patata Amflora. Cosa ne pensate?

di Redazione

La commissione europea ha annunciato oggi il via libera alla coltivazione della patata geneticamente modificata Amflora “per uso industriale”, nonché l’utilizzo dei prodotti dell’amido della stessa Amflora come mangime. Lo rende noto un comunicato diffuso a Bruxelles, che pone dunque fine al bando in vigore dal 1998.

Inoltre Bruxelles ha autorizzato la commercializzazione ma non la coltivazione di tre tipi di mais Ogm della Monsanto per alimentazione umana e mangimi. “Tutte e cinque le autorizzazioni -si legge nel comunicato- sono state sottoposte all’analisi più attenta, garantendo che siano stati affrontati tutte le preoccupazioni che riguardano la presenza di un gene resistente agli antibiotici”. La Commissione inoltre, precisa che “la decisione di autorizzare la coltivazione di Amflora (prodotta da Bayer, ndr) è la fine di un processo iniziato in Svezia nel gennaio 2003 e fondato su un considerevole volume di scienza”.

“Una innovazione responsabile -ha commentato il commissario alla Salute e alla Politica dei consumatori, John Dalli- sarà il mio principio guida nell’affrontare tecnologie innovative. Dopo un’attenta ed estesa revisione di tutti i dossier Ogm aperti, mi è divenuto chiaro che non vi erano nuove questioni scientifiche che meritassero ulteriore valutazione. Tutte le questioni scientifiche -prosegue il commissario- soprattutto quelle che riguardano la salute sono state pienamente affrontate. Qualsiasi ritardo sarebbe stato dunque del tutto ingiustificato”.

Dalli sottolinea inoltre che “queste decisioni sono basate su una serie di valutazioni di sicurezza favorevoli approntate nel corso degli anni dall’Agenzia europea per la sicurezza alimentare”. Infine, conclude Dalli, “oggi abbiamo lanciato una riflessione su come combinare un sistema di autorizzazione europeo con la libertà degli Stati membri di decidere sulla coltivazione di Ogm”.

Decisamente contraria l’Italia. ”La decisione presa oggi dalla Commissione europea ci vede contrari. Il fatto di rompere una consuetudine prudenziale che veniva rispettata dal 1998 è un atto che rischia di modificare profondamente il settore primario europeo”, ha detto il ministro delle politiche agricole alimentari e forestali, Luca Zaia. ”Non solo non ci riconosciamo in questa decisione – osserva – ma ci teniamo a ribadire che non permetteremo che questo metta in dubbio la sovranità degli Stati membri in tale materia. Da parte nostra proseguiremo nella politica di difesa e salvaguardia dell’agricoltura tradizionale e della salute dei cittadini. Non consentiremo – assicura il ministro – che un simile provvedimento, calato dall’alto, comprometta la nostra agricoltura. Per questo valuteremo la possibilità di promuovere un fronte comune di tutti i Paesi che vorranno unirsi a noi nella difesa della salute dei cittadini e delle agricolture identitarie europee”.

Ad aggiursi alle critiche rivolte dal ministro la stessa Legambiente che afferma come L’Autorita’ europea per la sicurezza alimentare (Efsa) non si smentisca e ancora una volta, in nome della sicurezza alimentare autorizzi un alimento chiaramente pericoloso, contestato dalle autorita’ sanitarie internazionali e proibito dalla direttiva Ue 2001/18, relativa al rilascio deliberato di Ogm nell’ambiente, perche’ contenente un gene resistente agli antibiotici e quindi pericoloso per la salute umana.

Con questa assurda decisione, continua la nota di Legambiente, l’Ue decreta la fine dell’embargo sulle colture geneticamente modificate, vanificando cosi’ gli sforzi e gli investimenti di tutti coloro che hanno creduto nel Made in Italy e nella ricerca della qualita’ e delle eccellenze.

”E’ evidente che l’Italia non ha alcun bisogno di questi prodotti – ha dichiarato il responsabile Agricoltura di Legambiente Francesco Ferrante – e francamente mi chiedo, per scendere sul piano concreto, quale genitore possa scegliere di dare ai propri figli un cibo che potrebbe renderli resistenti agli effetti degli antibiotici. Questa decisione ci espone a pericoli enormi, dal punto di vista produttivo ed economico ma anche da quello della salute e della sicurezza e non si capisce cosa stia aspettando il ministro Zaia ad emanare il famoso decreto che impedirebbe l’esecuzione della sentenza del Consiglio di Stato che autorizza la coltivazione dei Ogm senza aspettare le linee guida sulla coesistenza, per tutelare l’agricoltura di qualita’, il biologico e le eccellenze italiane. Buone e sane”.

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