Non profit

Ong: la partenza è un flop

La prima giornata si conclude con un "nulla di fatto"

di Redazione

a cura di Riccardo Bianchi

In coda alla prima giornata del vertice di Hokkaido delle nazioni più industrializzate, durante la conferenza stampa il portavoce del vertice ha affermato che «in occasione di questo incontro non saranno assunte decisioni, che invece saranno rimandate tutte al G8 italiano del 2009».

L’affermazione non è andata giù a molte ong, così come non è piaciuto il fatto che siano state decise soltanto misure di emergenza per la crisi alimentare e siano state rimandate a domani tutte le discussioni sugli impegni da prendere.

«Nel 2007 l’Aiuto Pubblico allo Sviluppo è sceso del 8.4% rispetto al 2006» ricorda Sergio Marelli, presidente dell’Associazione delle ong italiane «dopo un calo del 5.1% tra il 2005 e il 2006. Nell’ultimo anno la media dei Paesi OCSE in materia di stanziamenti per i paesi poveri si è attestata allo 0,28%, con l’Italia che regredisce allo 0,19% del PIL. Un dato che sicuramente non è una buona base di partenza».

«Servono aiuti» ribadisce Marelli «Ma per essere efficaci, questi aiuti devono essere rapidamente aumentati e utilizzati con maggiore qualità. Devono essere investiti nell’agricoltura a dimensione familiare e non nelle produzioni industrializzate che rispondono solo agli interessi delle industrie del Nord del mondo».

Luca de Fraia, direttore di ActionAid International, ha affermato che servono 21 miliardi dollari per l’agricoltura per affrontare la crisi alimentare. Marelli ha parlato di 30 miliardi per riuscire a raggiungere gli Obiettivi del Millennio e dimezzare fame e povertà.

L’unico ad aver parlato di soldi è stato Josè Manuel Barroso, presidente della Commissione Europea. Intervenendo durante i lavori, Barroso ha affermato che proporrà ai paesi dell’Unione di creare un fondo da 1 miliardo di euro per sostenere l’agricoltura nel sud del mondo.

Un invito speciale le ong italiane lo rivolgono al governo. Molte critiche si erano alzate contro l’esecutivo per aver tagliato 170 milioni di euro dal bilancio della cooperazione. Oggi Berlusconi si è detto d’accordo con il Papa sulla necessità di aumentare i fondi per i paesi poveri, ma ha affermato che l’Italia non può dare di più a causa del debito ereditato dal vecchio governo.

In generale il timore delle organizzazioni è che il G8 si chiuda, come sembra, senza un rilancio degli impegni per le nazioni più bisognose. «È per questo» ha affermato Marelli «che lanciamo un forte incitamento all’Europa e all’Italia a tenere fede all’impegno preso nel Consiglio Europeo di riaffermare gli obiettivi presi in passato».

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