Non profit

Operazione Naso Rosso contro l’alcolismo precoce

Presentati i risultati del progetto di ricerca su giovani e alcolismo. Da scardinare l'idea che consumare alcol e droghe sia cool

di Redazione

Presentati oggi dal ministro della Gioventù, Giorgia Meloni, i primi risultati di “Operazione Naso Rosso”, il più importante e vasto progetto di ricerca sui giovani e l’alcol mai realizzato prima in Italia, di cui il Modavi, Movimento delle Associazioni di Volontariato Italiano, è uno degli enti realizzatori.

«Abbiamo contribuito, attraverso tale iniziativa, a dare continuità al processo educativo e di sensibilizzazione dei giovani sul consumo di alcolici e sull’uso di sostanze stupefacenti», afferma la presidente del Modavi, Irma Casula. «Per la prima volta in Italia si è assistito ad una campagna informativa svolta sul campo, tra i giovani, al fine di raggiungere più velocemente e in maniera più diretta quella fascia d’età che va dai 18 ai 35 anni. Durante l’Operazione Naso Rosso siamo stati soddisfatti di rilevare che tra i giovani emerge un generale senso di responsabilità. Dall’altro lato, tale iniziativa ci ha altresì fornito un dato preoccupante che conferma l’esistenza di un disagio giovanile: 4 ragazzi su 10 si presentano all’ingresso del locale già con un tasso alcolemico di molto superiore a quello stabilito per legge. Tale fenomeno ci induce a riflettere sull’importanza di interventi mirati non solo nelle discoteche o locali notturni, ma anche presso altri luoghi di aggregazione giovanile battuti in pre-serata».

Per la presidente di Modavi occorre anche indagare le cause di questo disagio, ma soprattutto scardianre quei modelli culturali « secondo i quali abusare di alcol e usare droghe è cool, promuovendo invece stili di vita sani. È doveroso, inoltre, intervenire soprattutto sulla deresponsabilizzazione della famiglia e degli educatori in generale che da tempo hanno abdicato al loro ruolo» Casula conclude ricordando che: «Questo progetto ci insegna che il disagio si combatte con un coinvolgimento attivo e reale dei giovani. Occorre perciò abbandonare quell’atteggiamento paternalistico e quel disimpegno educativo, facce di una stessa medaglia, concedendo al giovane maggiore fiducia ed optando per una corresponsabilità tra giovani e adulti».

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