Cultura
Orologi, cioccolato e… pistole
Imbarazzanti rivelazioni su esportazioni di armi svizzere verso il Sudan.
di Redazione
Scandalo in Svizzera. Secondo il rapporto annuale dell?Institut des hautes études internationales di Ginevra, dedicato alle esportazioni elvetiche di armi leggere e presentato alle Nazioni Unite il 30 giugno, la Svizzera avrebbe esportato nel 2002 in Sudan «armi da guerra, mitragliatrici, fucili d?assalto e razzi» per 4.258.112 dollari, mentre i dati ufficiali del Seco, il Segretariato di Stato svizzero all?economia, parlavano di 2.667 dollari per «revolver e pistole».
A Berna l?imbarazzo dilaga. La legislazione svizzera vieta l?esportazione di materiale da guerra verso zone di conflitto (art. 5 dell?ordinanza del 2001), e da anni la Svizzera sostiene finanziariamente il fondo del Programma Onu per lo Sviluppo destinato alla lotta contro il traffico illecito di armi leggere. «O le cifre sudanesi sono false, o si tratta di esportazioni illegali», ha dichiarato Othmar Wyss, responsabile del controllo delle esportazioni al Seco. Anna Khakhee, ricercatrice Ihei, ha ammesso che le cifre divulgate dalle autorità sudanesi potevano comprendere errori. Un?altra incognita chiama in causa i destinatari delle armi esportate. Le armi consegnate a Khartum sono state impiegate nel Darfur? «Per ora», assicura a Vita Sylvain Besson, del quotidiano svizzero Le Temps, «prevale lo scetticismo. E poi sta a Khartum dare spiegazioni». Che finora non sono arrivate.
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