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Parigi, sulla Senna pazienti e medici sulla stessa barca

Lungo la Senna, nel centro di Parigi, è ormeggiato un battello che ospita pazienti adulti con disturbi mentali. È un centro diurno dove si pratica una psichiatria che mette al centro le persone e le relazioni. Il regista francese Nicolas Philibert ha realizzato all'interno della struttura il documentario "Sur l'Adamant", filmando pazienti e personale curante. Il lungometraggio ha vinto l'Orso d'Oro alla 73ª edizione del festival di Berlino ed è stato presentato dal regista a Bologna in prima assoluta italiana a Biografilm Festival

di Cristina Barbetta

Sulla riva destra della Senna c'è un battello, si chiama l’Adamant ed è un centro diurno per persone con disturbi psichici. Ormeggiato a pochi passi dalla Gare de Lyon di Parigi, è un'innovativa struttura in legno, disegnata nel 2010 da un’equipe di architetti in collaborazione con i pazienti e i caregiver.

Non ci sono muri che dividono, porte o uffici chiusi, il centro è stato pensato per non avere barriere. Le finestre hanno pannelli di legno che si possono sollevare e si aprono sul fiume, i suoi suoni, il suo ritmo calmo e il riflesso della luce del sole. I pazienti amano andare a l’Adamant, un bellissimo spazio aperto, che sembra più l'atelier di un artista che un centro psichiatrico, ed essere a contatto con l'acqua, che ha un effetto calmante.

Su l'Adamant non ci sono camici bianchi, non ci sono segnali esterni che permettano di distinguere in maniera chiara coloro che curano dai pazienti. Il luogo stimola la comunicazione e l'incontro: c’è un vasto programma di workshop creativi (di pittura, musica, cinema, disegno, ceramica..), di attività e di eventi all’esterno. I progetti vengono discussi dai pazienti insieme al personale curante, perché ognuno, sia caregiver sia ospite del centro, è chiamato a “costruire insieme” la vita quotidiana.

L’Adamant accoglie da 30 a 40 pazienti al giorno e ha un personale curante composto da circa 20 persone: infermieri, psicologi, terapisti occupazionali, uno psichiatra, funzionari dei servizi ospedalieri e diversi collaboratori esterni.

Non è una struttura chiusa, isolata, fa parte del Polo psichiatrico e psicologico di Paris Central, che comprende anche 2 Centri medici psicologici ( Centres Médicaux Psychologiques, CMP), un team mobile, e due unità all’interno dell’ospedale psichiatrico dell’Esquirol, conosciuto in passato come Ospizio di Charenton, un ospedale per malati psichiatrici. Quest'ultimo è a sua volta collegato al complesso dell’ospedale di Saint-Maurice. Quindi l'Adamant non è un posto isolato perché tutte le unità collegate tra di loro che compongono il gruppo formano una rete in cui pazienti e personale curante sono costantemente in movimento, e ciascuno di loro è in grado di trovare una soluzione individuale tra le diverse offerte.

Nicolas Philibert, celebre documentarista e regista francese, ha seguito per 7 mesi i pazienti all'interno del day hospital psichiatrico, realizzando un documentario che dà voce agli ospiti del centro, alle loro storie, alle loro ferite e ai loro desideri. Sur L’Adamant ha vinto l’Orso d’Oro al festival di Berlino 2023 ed è stato presentato dal regista a Bologna in prima assoluta italiana alla serata inaugurale di Biografilm Festival, il festival cinematografico internazionale interamente dedicato alle biografie e ai racconti di vita, giunto quest’anno alla sua diciannovesima edizione. Il film uscirà nei cinema italiani in autunno e sarà distribuito in sala da I Wonder Pictures.

Il team che gestisce il centro è uno di quelli che resistono meglio che possono al deterioramento e alla disumanizzazione del sistema psichiatrico, come si legge nella nota stampa del film. Sur l'Adamant ci invita a salire a bordo e a incontrare i pazienti e i curanti che inventano la vita di questo centro ogni giorno.

L’Adamant mette in pratica i principi della psicoterapia istituzionale, un metodo sviluppato negli anni '60, che consiste nel rendere i pazienti “co autori della loro stessa cura”, come spiega Linda De Zitter, psicologa clinica e psicoanalista che è stata coinvolta nella creazione del centro: «per mesi», spiega Nicolas Philibert, «pazienti e curanti si sono incontrati con un team di architetti per definire gli elementi chiave de l’Adamant. E quello che era iniziato come un sogno utopistico è diventato finalmente vero»

Di fronte a una psichiatria in crisi da 25 anni e abbandonata dai poteri pubblici, «l’Adamant è un luogo che resta vivo, un luogo molto creativo nella pratica della psichiatria umana, che mette al centro le persone, e si concentra non solo sulla somministrazione delle medicine ma anche sulle relazioni», spiega Nicolas Philibert. Il film ribalta l’immagine di “invisibilità” delle persone con disturbi mentali, spesso rappresentate in maniera disumanizzante, e dona umanità e centralità ai pazienti, «che anche se sono malati sono consapevoli delle loro debolezze e delle loro psicosi».

Non è la prima volta che Nicolas Philibert realizza un film sul mondo della psichiatria. Nel 1995 ha girato La moindre des choses, un documentario che racconta la vita quotidiana di pazienti e personale curante all’interno della clinica psichiatrica de La Borde.

«Sono stato sempre molto attento e interessato alla psichiatria. È un mondo molto stimolante, dal momento che ci spinge continuamente a pensare a noi stessi, ai nostri limiti, ai nostri difetti, e a come funziona il mondo. La psichiatria è una lente d’ingrandimento che ci dice molto della nostra umanità», dice Nicolas Philibert.
«Sur l'Adamant è un film su tutti noi perché la follia fa parte dell'umanità».

«Sur l’Adamant non è un film di denuncia», spiega Nicolas Philibert, «ma un documentario che mostra un luogo che resiste, che resta creativo. È un film che va sul campo e fa vedere l'esperienza di una struttura che funziona molto bene».

Lo sguardo di Nicolas Philibert è attento e sensibile, lascia emergere i pensieri dei pazienti, senza forzarli. Gli ospiti del centro si aprono, parlano delle loro paure, della loro malattia, ma anche e delle loro passioni, come la passione per l’arte, che si può esprimere in uno spazio così concepito, aperto sull’esterno, senza barriere, senza preclusioni allo sguardo.

«Curare non è solo dare delle medicine, degli ansiolitici», dice Nicolas Philibert, «è tutto un insieme di cose, curare è cercare di rinnovare un legame d’aiuto, cercare di aiutare i pazienti a ritrovare un legame con il mondo».

Foto di apertura e prima foto all'interno dell'articolo: Adamant. © Hôpitaux de Saint-Maurice
Le altre foto dell'articolo: ©Les Films du Losange


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