Tassare al 75% i super ricchi (chi è sopra il milione di euro di guadagni). Sembrerebbe un’idea folle, in realtà è nel programma del neo presidente francese François Hollande. Una proposta studiata da Michel Sapin, già ministro, amico del neopresidente dai tempi dell’università. Per Thierry Pech, direttore di Alternatives économiques, seguitissimo mensile francese (150mila copie vendute), è l’idea giusta per dare un segnale di discontinuità rispetto a un modello che sta affondando l’economia occidentale in una crisi infinita. Pech a ottobre aveva pubblicato un libro in cui non si chiedeva una misura del genere ma si faceva capire come i tempi fossero ormai maturi. Le Temps des riches: Anatomie d’une secession, questo era il titolo. Secondo Pech, dagli anni 80 in poi l’Occidente ha fatto suo il dogma che i ricchi sono una ricchezza per tutti, perché portano attività economica e alzano il livello dei consumi. «Per questo», spiega l’autore, «negli ultimi decenni tutte le misure sono andate nella direzione di aumentare i diritti e le agevolazioni fiscali dei più ricchi, ma oggi è il tempo delle verifiche. E basta poco per scoprire che le ricadute di un benessere più diffuso sono rimaste tutte sulla carta».
Quindi ha fatto bene Hollande a giocarsi la misura di una supertassazione?
Certo. La proposta riguarda una piccolissima minoranza della popolazione francese: sono circa 30mila famiglie che guadagnano 50 volte più del salario medio. Farle passare per vittime mi sembra un po’ esagerato.
Il rischio, si dice, è che i ricchi si ritirino e non investano più, perché lo Stato porta via quasi tutto…
In realtà questa secessione dei ricchi è già un fatto compiuto. Loro vivono un mondo a parte, separato dalla realtà da barriere sempre più spesse. In questi anni in cui sono stati coperti di privilegi e quindi erano in condizione di spingere l’economia, non lo hanno fatto, com’è dimostrato dal progressivo impoverimento della popolazione e dalla forbice sempre più larga tra redditi alti e redditi della classe media. Quindi direi che non c’è molto da perdere. Quella ricchezza non ha prodotto nessun valore economico reale.
Come ci si spiega un fallimento di questo tipo?
È una questione culturale. Si è creata la mitologia dei ricchi, per cui le persone normali guardano a questo ceto fortunato con un misto di invidia e di fascinazione vera. Così nessuna ha mai chiesto loro il conto.
E ora, con la proposta Hollande, se ne andranno?
Macché. Quando Sarkozy lanciò l’Impôt de solidarité sur la fortune sembrava che tutti i ricchi dovessero lasciare la Francia. Il 99,8% ha pagato ed è ancora qui.
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