Non profit
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Imprese & non profit Parla il guru della filantropia di Microsoft
di Redazione
«Il mondo della filantropia sta cambiando radicalmente e con esso il modo con cui aziende e lavoratori si stanno impegnando per sradicare la povertà nel mondo». A dichiararlo è Akhtar Badshah, indiano, 52 anni, dal 2004 direttore mondiale del progetto Community Affairs di Microsoft e responsabile del programma lanciato l’anno precedente dal titolo Unlimited Potential per l’inclusione digitale. Vita lo ha incontrato in occasione della tavola rotonda sulla responsabilità sociale d’impresa organizzata da Microsoft Italia il 23 gennaio scorso a Milano.
E&F: C’è un gran fermento nel mondo della filantropia. Google, tanto per fare un nome, ha appena lanciato il programma di investimenti per i prossimi tre anni, ma è solo una fra le tante dotcom che si sta sempre più impegnando in questo settore. Cosa sta succedendo?
Akhtar Badshah: È solo un bene che si aggiungano altri attori. Tutto ciò aumenta la competitività anche in questo settore, a beneficio di chi ne ha veramente bisogno. Mi permetto solo di sottolineare che Microsoft ha cominciato i propri programmi filantropici nel lontano 1986, e che via via gli investimenti sono cresciuti fino ad oggi: nel 2006 abbiamo devoluto ben 72 milioni di dollari così come nell’anno successivo ne sono stati donati altri 82.
E&F: Guardando attentamente alle cifre, però, più della metà degli investimenti è composta da donazioni in software, il vostro software. Mi domando se in quel caso offrite soluzioni “open source” oppure no…
Badshah: Vede, alla maggior parte delle associazioni non interessa avere a disposizione il codice di un software da poter modificare. Non è questo il punto. E comunque sì, offriamo anche soluzioni open source. Il vero problema è sostenere una realtà o un progetto che possa aumentare il benessere, ridurre il cosiddetto digital divide, agevolare nuove forme di impresa locale.
E&F:Ma come spiegherebbe a chi nutre qualche perplessità nei confronti di colossi for profit come Microsoft questo crescente interesse per tematiche come la povertà nel mondo o il digital divide? Intel, ad esempio, numero uno dei processori, ha recentemente abbandonato il progetto One laptop for a child (Un computer per ogni bambino) promosso da Nicholas Negroponte, dichiarando che non intendeva rimetterci in alcun modo. Non tutti sono buoni come voi?
Badshah: Le rispondo in questo modo: si è appena concluso a Davos, in Svizzera, l’annuale World Economic Forum, dove le più importanti aziende mondiali si sono incontrate e hanno discusso anche di questo. A testimonianza del fatto che le vedute sono diverse. Io ho preferito assistere al Summit degli imprenditori sociali organizzato dalla Fondazione Schwab (promotrice anche del Forum mondiale) qualche giorno prima, e lì ho incontrato molti imprenditori e molte idee interessanti. Ad esempio si è discusso su come il cellulare possa essere lo strumento con cui aiutare piccoli imprenditori africani e asiatici, implementando servizi di micropagamenti da effettuare per l’appunto col proprio telefono.
E&F: Il programma Unlimited Potential offre supporto a centinaia di progetti in tutto il mondo. Quali differenze ha potuto intravedere fra il non profit italiano e quello americano?
Badshah: Negli Stati Uniti le organizzazioni non profit si stanno interessando in modo crescente alle dinamiche internazionali e soprattutto usano sempre più Internet per raggiungere nuovi donatori e promuovere la propria associazione. Qui in Italia mi ha particolarmente colpito la diffusione sul territorio, l’energia e la qualità degli argomenti che si stanno affrontando…
E&F: Come a dire che Internet invece non è molto utilizzato…
Badshah: Questo non posso dirlo con certezza. Ma è quello per cui Unlimited Potential è nato: aumentare la capacità delle organizzazioni non profit di utilizzare le nuove tecnologie. Penso a progetti come Telecentre o Kiva – sebbene non siano nati in Italia – che si basano proprio su servizi offerti grazie al Web. L’importante, dal nostro punto di vista, è che siano chiari i benefici immediati che si ottengono adottando le nuove tecnologie. Altrimenti è tutto inutile.
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