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Pena di morte: in Tennesee iniezione letale “non è crudele”
Lo ha sancito la Corte Suprema dello Stato Usa, respingendo il ricorso di Abu-Ali Abdur'Rahman, un condannato a morte che contestava il metodo che dovrà essere usato contro di lui
di Redazione
La Corte Suprema del Tennessee ha respinto il ricorso d’un condannato a morte che contestava il metodo d’esecuzione dell’iniezione letale, giudicandola punizione crudele. Tramite i suoi legali, il condannato a morte Abu-Ali Abdur’Rahman, che uccise a coltellate un trafficante di droga, contestava la combinazione di tre sostanze usata per l’esecuzione con l’iniezione letale. La tesi di Abdur’Rahman e’ che, se la prima sostanza, un anestetico, non fa il suo effetto, la seconda, che paralizza il sistema muscolare, impedisce all’individuo messo a morte di gridare e smaniare per il dolore provocatogli dalla terza. Ma i giudici della Corte Suprema hanno accettato la tesi degli avvocati dello Stato del Tennessee, secondo cui l’iniezione rende il condannato incosciente in poche secondi e lo uccide, senza dolore, nel giro di cinque minuti. I legali di Abdur’Rahman hanno presentato altri due appelli separati su altri temi per cercare di bloccare l’esecuzione del loro cliente.
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