Sezioni

Attivismo civico & Terzo settore Cooperazione & Relazioni internazionali Economia & Impresa sociale  Education & Scuola Famiglia & Minori Leggi & Norme Media, Arte, Cultura Politica & Istituzioni Sanità & Ricerca Solidarietà & Volontariato Sostenibilità sociale e ambientale Welfare & Lavoro

Media, Arte, Cultura

Per non parlare della pensione

Intervista a Sergio Campana, presidente dell’Aic

di Francesco Di Nepi

Bilanci, stipendi, problemi, prospettive. Sergio Campana, da anni presidente dell?Associazione italiana calciatori (Aic), analizza la controversa realtà delle società e dei calciatori di serie C. A ruota libera. Qual è la situazione finanziaria delle società minori? Dal punto di vista dei bilanci, la situazione è migliorata. Quest?anno nessuna squadra, a differenza degli anni passati, è stata cancellata per insolvenze. Qualche esempio recente? Il Taranto, la Ternana e il Pisa. Esempi di squadre che, non a caso, erano retrocesse dalla serie B alla serie C. E la differenza di categoria si sente. Quanto? Guardi, una società di serie B ha contributi per circa 7-8 miliardi, tre in meno rispetto a quelle di serie A. I proventi di una di C1 sono circa un decimo, quindi 700 milioni l?anno. Duecento milioni in più di una di C2. Capitolo calciatori. Problemi? I giocatori in attività sono 1.500 tra A e B, 3 mila tra C1 e C2. Questi ultimi sono in grave difficoltà. Pur di conservare il posto di lavoro, spesso, rinunciano al 20-30 per cento dello stipendio contrattualmente definito. Cioè? Semplice. Verso la fine del campionato, quando le società devono fare un resoconto alla Lega dimostrando che i giocatori sono puntualmente pagati, le società stesse ricorrono a dei sotterfugi. Il calciatore sottoscrive cioè la quietanza liberatoria, prendendo lo stipendio dell?anno precedente in forma di cambiali o assegni postdatati. La società, l?anno dopo, si trova però a dover pagare i nuovi e i vecchi stipendi. A volte il gioco riesce, a volte no. Cosa fa l?Aic per tutelare questi calciatori? Abbiamo istituito un fondo di garanzia valido quando le società vengono cancellate. Ma, se va bene, il calciatore perde sempre il 30 per cento del dovuto. Quali sono i guadagni di un calciatore di serie C? La professione del calciatore di serie C è un lavoro normalissimo, con stipendi normali. In serie C1 il tetto massimo è di ottanta milioni lordi l?anno. In serie C2 la media si abbassa fino ad arrrivare a circa 36 milioni lordi. Quanti di loro sono costretti a fare altri lavori? Ci sono molti esempi, soprattutto nella serie C del nord, di ragazzi che hanno una seconda occupazione. A fine carriera quale destino? Molti cercano di restare nel mondo del calcio. Come avviene però anche in tutti gli altri campi lavorativi, i posti sono pochi. Alcuni devono quindi trovare altro. E questo, a 33 anni, è difficile. Quanti stranieri giocano nell?attuale serie C? Nelle serie minori non è possibile tesserare giocatori extracomunitari , ma solo comunitari. Che sono comunque poche decine tra serie C1 e C2. Il capitolo pensioni? La riforma pensionistica penalizza soprattutto i calciatori delle serie minori. Un giocatore di serie A vede il problema con distacco. Un giocatore di serie C, invece, non avendo guadagnato molto, spera in una pensione che arrivi prima possibile. Che cosa rappresenta per una società di calcio di queste serie minori una retrocessione? Un vero e proprio disastro economico. Se una squadra retrocede dalla B in C1, per esempio, rischia seriamente di scomparire.


Qualsiasi donazione, piccola o grande, è
fondamentale per supportare il lavoro di VITA