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Economia & Impresa sociale 

Perché le br odiano il Welfare

Il commento di Livia Turco sulle recenti fatti vicende legate al fenomeno del brigatismo.

di Livia Turco

C?è una ferocia blasfema nell?uccidere, come se fosse un gesto come un altro, una persona per bene come Emanuele Petri su un treno di provincia diretto in una città tranquilla come Arezzo. E c?è tutto il paradosso della disumanità nell?individuare come eventuale bersaglio una donna di forti principi, pacata e saggia, come la sottosegretaria Sestini. Alla quale va tutta la mia solidarietà e simpatia anche per il modo tranquillo con cui ha reagito alla notizia della tragedia e che autorizzava a pensare un legame possibile con la sua persona. Leggendo la storia dei due brigatisti non mi viene in mente la politica. È il mistero umano prima che politico quello che mi interroga. Condivido la riflessione di Pietro Ichino consistente nel cercare di individuare: “Quel tanto di umano che c?è in un terrorista e far leva su questa umanità”, introdurre “un tarlo nel muro che i terroristi cercano di costruire dentro se stessi”. Per venire alla politica, nella lucida follia del progetto terrorista c?è una coerenza. Colpendo Ezio Tarantelli, Sergio D?Antona, Marco Biagi, sembra avere un punto privilegiato nel ministero del Lavoro, oggi del Welfare. Colpisce uomini che vogliono costruire nuove regole al conflitto di classe, al rapporto tra imprese e lavoro. Pur con profonde differenze queste persone hanno interpretato il bisogno di costruire un diritto del lavoro più capace di tutela e di comprendere il cambiamento dell?impresa. Questo ministero, pur con profonde differenze relative alle politiche dei governi che li guidano, è diventato il luogo in cui si concentrano vecchie contraddizioni e si sono al contempo sedimentate le nuove domande di regolazione sociale, di tutela dei diritti. E appare, agli occhi dell?ideologia brigatista, come il luogo in cui si consuma il tradimento verso una classe operaia da loro pensata come non è mai esistita. Il ministero del Welfare ha reso evidente che nuove e più complesse sono le frontiere della dignità del lavoro. Ma per l?ideologia brigatista non esistono o suonano un inaccettabile tradimento che deve essere punito.


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