Non profit
Perché le non profit sono ancora lontane da internet?
Da una ricerca condotta da Vita e' emerso che solo il 10% delle organizzazioni non profit utilizza le risorse della rete
di Redazione
Da una ricerca condotta lo scorso anno da Vita, in collaborazione con Sodalitas, è emerso che, sebbene oltre il 70% degli organismi non profit possegga gli strumenti per entrare in rete, solo il 10% di queste ne sfrutta le potenzialità navigando e mandando e-mail. Da cosa può dipendere questo mancato utilizzo della rete da parte degli operatori del terzo settore?
Sicuramente il motivo principale è la mancanza di una reale conoscenza dell’ambiente Internet e delle possibilità che questo nuovo mezzo di comunicazione può offrire. I motivi per i quali una Onp deve decidere che vale la pena investire in Internet si possono raggruppare in tre grandi aree: 1) area comunicazione: l’accesso a Internet facilita la comunicazione interna ed esterna dell’organizzazione; permette di comunicare la mission, gli obiettivi e le iniziative di una non profit a nuovi target di utenza; 2) area ricerca e sviluppo (formazione/informazione): Internet è una fonte inesauribile di informazioni utili per la gestione, oltre che un luogo meraviglioso di crescita professionale per gli operatori. Permette di accedere a preziose banche dati, utili per identificare nuovi prospects, a forum di discussione, alle news, a riviste tematiche, mailing list, domande/offerte di lavoro; 3) area fundraising: Internet è sicuramente un nuovo mercato di potenziali sostenitori, dove poter sperimentare nuove tecniche di fundraising. Infine non dimentichiamo che da una recente ricerca del Censis è emerso che gli utenti italiani stanno raggiungendo i 10 milioni, ancora pochi rispetto agli altri paesi, ma circa il doppio rispetto a un anno fa. Ci sono troppe persone online per decidere di non esserci!
17 centesimi al giorno sono troppi?
Poco più di un euro a settimana, un caffè al bar o forse meno. 60 euro l’anno per tutti i contenuti di VITA, gli articoli online senza pubblicità, i magazine, le newsletter, i podcast, le infografiche e i libri digitali. Ma soprattutto per aiutarci a raccontare il sociale con sempre maggiore forza e incisività.