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Perù, dimissioni a catena nel governo dopo annuncio privatizzazioni

In poche ore hanno abbandonato l'esecutivo Toledo, il ministro dell'Interno, il viceministro della Giustizia e il direttore dell'organo governativo delle privatizzazioni

di Stefano Arduini

Il goveno di Alejandro Toledo, eletto un anno fa dopo un’interminabile querelle politco-giudiziaria contro il predecessore Alberto Fujimori, sta perdendo i pezzi giorno dopo giorno. La bomba sociale che ha fatto esplodere la protesta popolare e ha portato alle dimissioni irrevocabili di Fernando Rospigliosi, ministro dell’Interno, di Pedro Cateriano, viceministro della Giustizia e di Ricardo Vega Llona, direttore di Pro Inversion, l’agenzia statale che si occupa delle privatizzazioni, è stata la decisione di mettere in vendita ai privati Egasa e Egesur, due aziende elettrriche statali. In campagna elettorale Toledo aveva ripetutamente assicurato che mai avrebbe privatizzato le due società.

L’epicentro della rivolta è, in questi giorni, la seconda città peruviana, Arequipa, dove il sindaco Juan Manuel Guillen ha presentato ricorso in tribunale contro la decisione del governo, che, fra l’altro, è stata sospesa. E proprio la decisione di non procedere nell’opera di vendita delle aziende ha determinato le dimissioni dei tre esponenti del governo.

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