Welfare

Più organizzazione,bpiù informatica: e i processibdureranno solo un anno

La parola al magistrato

di Redazione

di Piero Pacchioli
« S ono ottimista. I dati, che letti nel complesso risultano catastrofici, se analizzati nel dettaglio mostrano alcune situazioni di lento miglioramento». Parola di Claudio Castelli, oggi presidente aggiunto dei Gip milanesi, ma sino a giugno a capo dell’ufficio del dipartimento Organizzazione giudiziaria del ministero della Giustizia. Uno che la macchina della giustizia la conosce molto bene.
Consumers’ Magazine: Su cosa basa questo ottimismo?
Claudio Castelli: Penso ai dati che si riferiscono ai tribunali civili di primo grado. Ad oggi, questi uffici riescono a smaltire, nell’anno, lo stesso numero di cause che vengono proposte. Esistono alcune situazioni critiche, invece, per le corti d’appello. I giudici di pace, che sono anche quelli a più stretto contatto con i problemi dei consumatori, hanno rendimenti soddisfacenti se si considera che l’organico è coperto solo al 70%. Esiste poi un evidente problema di arretrato. Con una corretta organizzazione degli uffici, si riesce a risolvere anche quello.
CM: Riforme su riforme, modifiche, moltiplicazione di riti e di procedura. Sono utili tutti questi interventi legislativi?
Castelli: È una deformazione professionale di noi giuristi pensare che tutto si possa risolvere con le leggi. Lo strumento legislativo, come tanti altri, certamente concorre alla possibile soluzione del problema, ma non è da solo “la soluzione”. Sarebbe molto più utile combinare due strumenti che fino ad oggi sono stati trascurati: l’organizzazione efficiente e l’applicazione dell’informatica. Questi strumenti, combinati e finalizzati a progetti specifici, possono davvero essere la soluzione. Credo fortemente che in questo modo si potrebbe arrivare nel giro di tre anni ad esaurire i processi civili di primo grado in un anno
CM: In Italia sull’informatica siamo abbastanza avanti. Possiamo sperare che risolva i problemi?
Castelli: Se manca un progetto e se questo progetto non viene condiviso con magistrati e dipendenti e se i dipendenti non vengono incentivati, l’informatica non risolve un bel niente. Pensiamo al processo telematico, realtà che funziona e che, se applicata in tutta Italia, permetterebbe alla giustizia di funzionare meglio e anche ai cittadini di avere risposte più immediate. Non è nato solo per imposizione di legge ma è il frutto di anni di lavoro organizzativo e della sinergia tra avvocati, cancellieri e magistrati con la supervisione del ministero. Certo, non è facile. Giusto per fare capire la situazione: in questi giorni stiamo lottando per trovare le risorse per allargare il processo telematico. Neppure questa innovazione è esente dal problema dei fondi. Un intervento per rafforzarlo sarebbe un investimento che, da qui a pochi anni, potrebbe dare un risultato eccellente.
CM: Risorse umane. Esiste il problema “nullafacenti”: quanto crede che incida sulle disfunzioni del sistema?
Castelli: È un falso problema , sia in relazione ai magistrati che ai dipendenti amministrativi. Nella Giustizia abbiamo magistrati con rendimenti eccellenti in costante aumento. I dipendenti in generale, nonostante stipendi che a volte sono addirittura sotto la soglia di povertà, svolgono un servizio ottimo. Pensiamo anche che quasi nessun ufficio ha l’organico al completo a causa dei tagli progressivi che sono stati fatti e, quindi, chi rimane deve lavorare di più. Io avrei impostato la questione, invece che sulla penalizzazione dei fannulloni, sull’introduzione di strumenti premiali ed incentivanti ancorati a risultati specifici. E magari anche evitando tagli agli organici e riprendendo ad assumere giovani capaci.
CM: Quindi serve altro personale?
Castelli: Serve personale e servono anche risorse materiali (carta, computer?), ma principalmente serve un progetto. Se un ufficio produce 50 con 2 addetti non è detto che portando a 4 il numero degli addetti possa produrre 100. Anzi, senza un progetto chiaro e degli obiettivi misurabili, è molto probabile che aumenti puramente quantitativi servano a ben poco.

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