Migranti e lavoro

Più risorse per i corridoi lavorativi, strategici per l’immigrazione regolare

Per Paolo Ragusa, presidente dell’Associazione lavoratori stranieri del movimento cristiano lavoratori - Als Mcl, i corridoi lavorativi rappresentano una scelta etica ed economica: «Proponiamo un pensiero strategico su questo tema, affinché diventi una priorità nella gestione dei flussi migratori del nostro Paese»

di Alessio Nisi

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Quello dell’immigrazione «è un fenomeno che necessita una gestione attenta, con un approccio non dogmatico, per questo ringrazio Forza Italia, e in particolare l’onorevole Alessandro Battilocchio, per l’importante momento di confronto organizzato oggi, che fissa già alcune parole chiave fondamentali, e al quale abbiamo voluto portare la nostra proposta per una gestione ancora più efficiente a questa sfida: i corridoi lavorativi».

È quanto dichiara Paolo Ragusa, presidente dell’Associazione lavoratori stranieri del movimento cristiano lavoratori – Als Mcl, intervenuto al convegno Immigrazione: regole, legalità, integrazione – una risposta sistemica a una sfida strutturale, che si è tenuto presso la Camera dei Deputati, a Roma, promosso dal Dipartimento immigrazione di Forza Italia e da Als Mcl.

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Un momento di “Immigrazione: regole, legalità, integrazione – una risposta sistemica a una sfida strutturale”, convegno promosso dal Dipartimento immigrazione di Forza Italia e da Als Mcl.

L’immigrazione regolare è una risorsa

«Come Als Mcl», aggiunge Ragusa, «riteniamo che, se opportunamente regolata, l’immigrazione sia una risorsa per l’Italia, una tesi sostenuta anche dai dati che riflettono, per il nostro Paese, il problema di un inverno demografico, tanto che nel 2023 l’Istat ha registrato il record negativo di nascite e, nel 2024, il minimo storico della fecondità, con 1,18 figli per donna».

Per il presidente dell’Associazione lavoratori stranieri del Movimento cristiano lavoratori «l’immigrazione può mitigare questo inverno, intanto perché gli stranieri residenti in Italia sono più giovani (età media di 35 anni, contro i 46 degli italiani) e hanno un tasso di natalità più alto (10,4 per mille contro 6,4 per mille), ma anche perché, se guardiamo all’economia, vediamo come il lavoro straniero realizza l’8,8% del Pil e che il nostro Paese ha bisogno di manodopera straniera, poiché un’impresa su due ha difficoltà a reperire lavoratori».

Investire nei corridoi lavorativi

«Il governo», dice ancora Ragusa, «ha dato una risposta importante in termini di ingresso regolare con l’approvazione dell’ultimo decreto flussi, che, con 452mila ingressi, ha stabilito un record storico nel 2024, incrementato ancora nel 2025. E tuttavia, oggi il decreto flussi è uno strumento obsoleto, perché non sempre riesce a tutelare i lavoratori e non piace più neanche alle imprese, e quindi forse va modificato. Noi, allora, sosteniamo la necessità di investire sui corridoi lavorativi come nuovo canale di ingresso regolare».

Etica, economia e formazione

«Sosteniamo i corridoi lavorativi», spiega Ragusa, «intanto per ragioni etiche, perché eliminerebbero le traversate del Mediterraneo, e quindi le conseguenti morti e gli affari illeciti dei trafficanti di esseri umani, e per ragioni economiche, perché rispondono al bisogno di manodopera delle imprese. Ma anche perché con essi parliamo di formazione professionale dei lavoratori stranieri nei loro paesi di origine per poi favorire l’ingresso in Italia sulla base delle esigenze delle imprese, e parliamo anche di formazione civico-linguistica, fondamentale per una vera integrazione».

I progetti in Italia e in Marocco

A oggi, chiarisce, «tra i 28 progetti approvati in Italia, c’è anche quello che in Marocco l’Asl Mcl sta realizzando insieme al principale sindacato marocchino, l’Ugtm, e che al momento sta vedendo la formazione dei primi 80 lavoratori nell’ambito della sanificazione, dell’industria alberghiera e di quella tessile, per poi inserirli in imprese che hanno sede in Abruzzo e in Sicilia».

Ma ora, precisa, «se vogliamo far crescere questo strumento, è necessario investire maggiori risorse pubbliche, perché l’impegno sostenuto finora è importante, ma probabilmente non sufficiente. Proponiamo, perciò, un pensiero strategico su questo tema, affinché diventi una priorità nella gestione dei flussi migratori del nostro Paese».

In apertura foto di Yury Kim per Pexels. Nel testo foto dall’ufficio stampa Movimento Cristiano Lavoratori – Associazione Lavoratori Stranieri

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