Mondo

Pizzini mondiali: i papelitos di Romero

Dall’immaginario mafioso di Bernardo Provenzano alla semifinale dei Mondiali con Sergio Romero. Il mistero dei bigliettini del portiere argentino

di Redazione

Fu Bernardo Provenzano, il boss di Cosa Nostra catturato nel 2006 dopo una latitanza ultradecennale, a rendere famosi i pizzini, ossia i bigliettini di carta con i quali, in barba alla tecnologia, venivano impartiti gli ordini ai mafiosi affiliati.

Fino ad allora il termine  pizzino era conosciuto soltanto in Sicilia, o quasi, dove la parola dialettale pizzinu è comunemente usato ad esempio per appuntare la lista della spesa o qualsiasi altra faccenda da sbrigare.

Negli ultimi anni il linguaggio giornalistico ha iniziato a fare largo uso di questo vocabolo abbinandolo a varie situazioni, in particolare agli appunti su carta scambiati dai politici durante le riunioni.

Insomma, il pizzino, una volta esclusivamente made in Sicilia (peccato che per la propria tutela non avesse acquisito il marchio D.O.C.), sta riscuotendo sempre più successo. Tuttavia, da qui a pensare che a Brasil 2014 avrebbe fatto capolino il pizzino mondiale, ce ne passa.

Ebbene, a questi campionati del mondo di calcio, che ormai stanno volgendo verso l’epilogo, a parte il gioco della Selecao, non è mancato proprio niente, nemmeno i pizzini.

Sergio Romero mentre legge il celebre pizzino

Sergio Romero, il portiere che con le sue prodezze ha neutralizzato i rigori olandesi regalando il passaggio dell'Argentina alla finale dei mondiali, tra un tiro e l’altro tirava fuori dalle mutande e leggeva un pizzino.

Cosa ci fosse scritto non è dato a sapere, tuttavia lo stesso portierone del Monaco ex Sampdoria, ha dichiarato che i suoi pizzini non riportavano i nomi degli avversari pronti a calciare il rigore ma erano “qualcosa di personale, qualcosa che mi fa molto bene e mi sta aiutando"

Sui social è comunque apparso il hashtag #ElPapelitoDeRomero, nel quale i tifosi scrivono ogni tipo di commento, soprattutto in chiave di divertimento visto l'esito dei rigori e le due parate del “gato” Romero.

La bravura di Romero nel parare i rigori è fuori discussione e forse le reminiscenze del suo trascorso olandese con la maglia dell’AZ Alkmaar, dal 2007 al 2011, hanno fatto il resto. Magari leggere una frase cara ed interiore che era scritta nei pizzini ha completato l’opera.

La spiegazione più razionale è pero quella che probabilmente Romero si era appuntato il modo di calciare i rigori degli Oranje sui papelitos per poi dare una rapida sbirciata e far sparire il corpo del reato. Proprio come si faceva a scuola durante i compiti in classe.

Certamente i pizzini dove era riportata l’annotazione sullo stile si Vlaar e Sneijder riportavano informazioni molto precise.

Per la cronaca i pizzini vennero sbirciati anche dal portiere tedesco Jens Lehmann ai mondiali del 2006 durante Argentina-Germania. Allora vinsero i tedeschi, domenica chissà?

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