Non profit
POLITICA. Acli: «Al referendum votare sì»
Obiettivo? «Costringere il Parlamento a cambiare la legge elettorale»
di Redazione
Votare si’ per ”impegnare” il Parlamento a cambiare la legge elettorale. E’ questa la decisione delle Associazioni cristiane dei lavoratori italiani per il referendum del 21 giugno. Una scelta assunta dalla direzione nazionale delle Acli nella consapevolezza, si legge in un documento, che ”il si’ al referendum non risolve i problemi ma sprona il Parlamento a legiferare”. Le Acli ribadiscono le motivazioni con le quali avevano aderito nel 2007 al comitato nazionale dei promotori: la necessita’ di dotarsi con urgenza di una nuova legge elettorale che valorizzi il voto dell’elettore e la responsabilita’ dell’eletto in rapporto al territorio. Questo, ”al di la’ dell’esito del referendum rimane per le Acli l’obiettivo primario”, che ”restituisce al Parlamento e alla democrazia rappresentativa il ruolo centrale nel processo delle riforme istituzionali”. Nel merito, il si’ piu’ convinto delle Acli e’ per il terzo quesito, quello che elimina la possibilita’ delle cosiddette candidature multiple. Maggiori perplessita’, invece, per i primi due quesiti, che vanno ”nella direzione di rafforzare la struttura bipolare del nostro sistema, con il rischio pero’, di scivolare nel bipartitismo, verso il quale confermiamo la nostra contrarieta”’. Malgrado questi limiti, concludono le Acli, ”siamo convinti che la scelta del si’ permanga il modo piu’ efficace per sollecitare il Parlamento a legiferare in materia”.
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