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POLIZIA. Amnesty Italia: più attenzione alla formazione
L’associazione, dopo le sentenze Aldovrandi e Sandri, sottolinea come i fatti debbano interrogare le autorità italiane in merito alla formazione e al comportamento degli agenti
di Redazione
Le recenti sentenze riguardanti le uccisioni di Federico Aldrovandi e Gabriele Sandri chiamano in causa la responsabilità delle forze di polizia italiane circa l’uso delle armi da fuoco e della forza.
Inserendosi in un contesto più ampio, caratterizzato dalla mancanza di un organismo indipendente di monitoraggio sui diritti umani e sull’operato delle forze di polizia, richiesto dagli standard internazionali e sollecitato da tempo da Amnesty International, le due sentenze devono interrogare le autorità italiane in merito alla formazione e al comportamento degli agenti di polizia e alla loro responsabilità circa la protezione delle persone.
Secondo Amnesty International, l’assunzione di responsabilità per le violazioni dei diritti umani commesse da pubblici ufficiali, comprese le forze di polizia, deve essere la norma. Le autorità italiane devono dare attuazione alle raccomandazioni degli organismi internazionali per prevenire ulteriori tragici casi del genere.
Amnesty International ha seguito sin dall’inizio entrambe le vicende, considerandole significative in relazione al tema dell’accertamento delle responsabilità delle forze di polizia per violazioni dei diritti umani. L’organizzazione si esprimerà con maggiore dettaglio nel momento in cui saranno note le motivazioni delle sentenze.
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